Roma, per l’ex caserma via all’ennesimo studentato più nuovi edifici sul “modello” (poco green) Mercati Generali e ex Snia

Roma si prepara a un’altra trasformazione urbana di dimensioni colossali. Questa volta tocca all’ex Caserma 8° Cerimant di Tor Sapienza, che la Giunta capitolina guidata da Roberto Gualtieri ha destinato a un progetto di “rigenerazione” con dentro tutto: studentato, coworking, spazi commerciali e persino una “Cittadella degli Archivi”. Una operazione presentata come ennesima riqualificazione, ma che ricalca forse — nei fatti — il modello già sperimentato di recente sugli ex Mercati Generali e sull’area ex Snia: più che un recupero, una sorta di espansione edilizia ‘mascherata’, con un’impronta che appare tutt’altro che green.
Roma, la delibera del Campidoglio: via libera al progetto ex Cerimat
Ma ripartiamo dall’inizio. Il 18 settembre 2025 la Giunta Gualtieri ha approvato la delibera n. 359: assente il sindaco, presenti gli assessori. Un atto che sancisce la convenzione con l’Agenzia del Demanio per la “razionalizzazione” dell’ex compendio militare. Nelle intenzioni ufficiali, l’intervento dovrebbe unire tutela della memoria storica, recupero architettonico e principi di sostenibilità. Ma il documento lascia intravedere un’altra realtà: la creazione di un maxi polo multifunzionale che cambierà radicalmente il volto di Tor Sapienza, anche su un’area al momento intonsa e verde.

Le richieste del Campidoglio allo Stato: Nuovo studentato e nuovi edifici vista Prenestina
“Roma Capitale intende realizzare – spiega il Comune tra le carte – una “Cittadella degli Archivi”, quale polo per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archivistico cittadino; garantire la tutela del patrimonio archivistico. In particolare, nell’ambito del progetto di rifunzionalizzazione in argomento, l’Amministrazione Capitolina intende proporre la realizzazione della sede di depositi e servizi per l’Archivio Storico Capitolino ed eventualmente anche per altri beni culturali di pertinenza della Sovrintendenza Capitolina nonché individuare gli interventi urbanistici e le funzioni propedeutici ad una più ampia azione di rigenerazione urbana dell’area.
Inoltre, garantire la selezione dei progetti e delle iniziative di valorizzazione più confacenti dal punto di vista strategico alla rigenerazione urbana del Compendio e del più ampio ambito territoriale in cui ricade, anche attraverso l’apertura del perimetro e la ri-funzionalizzazione della fascia di area prospiciente la via Prenestina comprendente gli edifici minori e gli spazi liberi; individuare progettualità che possano giovare alla cittadinanza garantendo l’accessibilità e la fruizione a servizi nuovi (quali, co-working, servizi per studenti, aree di ristoro, piazze, parchi per bambini ecc.) e allocati in modo efficiente”.
Si parla di valorizzazione, di archivi storici, di nuovi servizi pubblici. Ma soprattutto del rischio evidente di nuove cubature e funzioni private (vista Prenestina) che ricordano da vicino la ‘parabola‘ dei Mercati Generali all’Ostiense, dove al recupero si è aggiunta un’espansione di 8,5 ettari di edifici extra.
Il precedente dei Mercati Generali: nuovo cemento ‘travestito’ da rigenerazione
Proprio agli ex Mercati Generali, il Comune ha dato il via libera a una “riqualificazione” che ha finito per autorizzare l’aggiunta di 85.460 metri quadrati di nuove costruzioni. Una vicenda resa nota in esclusiva da Il Nuovo 7 Colli le scorse settimane. Un intero quartiere aggiunto, destinato a commercio, ristorazione, studentati e turismo. Non residenziale, certo, ma sempre cemento, in una delle aree già più congestionate della Capitale.
Anche lì, la retorica della rigenerazione ha mascherato una scelta politica precisa: aumentare il valore immobiliare dell’area, a scapito di spazi realmente pubblici e verdi. Una logica che oggi rischia di ripetersi a Tor Sapienza, in un quartiere periferico già segnato da degrado e carenza di servizi essenziali.
L’ex Snia: lo studentato come cavallo di Troia
Un altro parallelo inquietante è quello con l’ex Snia Viscosa, dove la minaccia di un polo logistico è stata sostituita da un progetto di maxi studentato. Una scelta salutata come una vittoria dal Campidoglio, ma che in realtà lascia aperte tutte le criticità ambientali e urbanistiche. Sul tavolo rimane irrisolta la questione del Lago Bullicante, un’area di altissimo valore naturalistico che rischia di essere marginalizzata dalle nuove costruzioni. Le stime di bonifica oscillavano dai 3 ai 120 milioni, salvo poi ridimensionarsi a cifre molto più basse. Ma il risultato non cambia: la pressione edilizia sull’area rimane altissima, e le promesse di tutela ambientale si rivelano spesso fragili dichiarazioni d’intenti.
Una città che cresce senza respiro
Il progetto per l’ex Caserma Cerimant si inserisce in questa linea: il Campidoglio parla di “funzioni innovative” e di “servizi alla cittadinanza”. In realtà, l’area sarà occupata da nuovi insediamenti che, se da un lato portano investimenti e attività, dall’altro rischiano di sottrarre ulteriore spazio al verde, alla mobilità sostenibile e alla qualità della vita dei residenti.
Un quartiere come Tor Sapienza, che da anni chiede scuole, trasporti e sicurezza, si troverà davanti a una cittadella chiusa, più utile agli interessi immobiliari che alle necessità del territorio? Il rischio è quello di replicare, in periferia, gli stessi errori già commessi in aree centrali: operazioni pensate più per attrarre capitali che per rispondere ai bisogni reali dei cittadini?
La retorica della rigenerazione
Da anni la parola “rigenerazione” è diventata il passe-partout delle giunte capitoline. Sotto questo cappello si sono giustificate espansioni edilizie, varianti urbanistiche, maxi-progetti di difficile sostenibilità. La Caserma Cerimant ne è l’ultimo esempio: un’area storica che avrebbe potuto diventare un grande parco urbano o un polo culturale aperto, trasformata invece in un complesso che ricorda più un business park travestito da spazio pubblico.
Il nodo politico
Il via libera della Giunta Gualtieri conferma una linea di governo capitolino che non teme di scontentare neppure le anime ambientaliste della sua stessa maggioranza. Come già accaduto per i Mercati Generali, Verdi e Sinistra hanno alzato la voce, salvo poi adeguarsi o limitarsi a dichiarazioni di principio. Ma intanto i progetti avanzano, e Roma continua a crescere in verticale, con più cemento che verde.
Il rischio è che, fra studentati privati e coworking patinati, restino esclusi proprio i cittadini comuni, che chiedono spazi accessibili, servizi efficienti e un ambiente vivibile.
