Roma, per l’omicidio dell’infermiera fermato un marocchino

polizia agente

Un uomo di 45 anni, di nazionalità marocchina, è in stato di fermo per l’omicidio di Rossella Nappini, un’infermiera di 52 anni a Roma. Ieri sera in Questura sono state ascoltate diverse persone, dopo che il corpo della donna è stato rinvenuto in una pozza di sangue nell’androne del palazzo in cui viveva in via Giovanni Allievi al Trionfale. A lanciare l’allarme, intorno alle 17, sono stati alcuni vicini, due giovani che vivono nello stesso condominio della vittima. La procura ieri sera ha disposto l’autopsia per stabilire il numero di coltellate con cui è stata uccisa la donna.

Blitz della Mobile

Nella notte, dopo ore di incessanti attività investigative, i poliziotti della squadra mobile capitolina, coordinati dalla procura di Roma, hanno rintracciato l’uomo 45enne ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio della donna. L’uomo è stato sottoposto dal Pubblico ministero al provvedimento del fermo di indiziato di delitto e si trova attualmente al carcere di Regina Coeli. La sua posizione è al vaglio dell’autorità giudiziaria.

La vittima

La donna, separata, aveva due figli e viveva assieme alla madre anziana nell’appartamento del palazzo in cui è stata trovata morta. A raccontarlo i residenti del quartiere. Un gruppo di persone, infatti, ieri si è radunato attorno al civico 61 di via Allievi. “Io vivo nel palazzo, penso che vivesse qua con la madre – ha raccontato una residente -. Da quello che so ha due bambini ed è separata. Mio marito ha sentito urlare ‘aiuto’ intorno alle 17 ma quando si è sporto dal balcone non ha visto nulla. Quando è uscito per andare a lavorare è passato davanti all’ascensore e ha visto un corpo disteso ma già era coperto con un telo”.