Roma, Piazza Navona violata dai turisti: entrano nelle fontane per un selfie

Roma, turisti nelle fontane di piazza Navona

Entrano nell’acqua delle fontane barocche di Piazza Navona solo per girare un video o scattarsi un selfie. Incuranti delle regole, dei divieti e soprattutto del rispetto dovuto a uno dei luoghi più iconici di Roma. È successo di nuovo, e stavolta a far esplodere l’indignazione è stato un video pubblicato da Welcome to Favelas, noto canale social che documenta scene di degrado urbano in Italia.

Le immagini sono chiare: due turisti entrano nella Fontana dei Quattro Fiumi, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, si immergono nell’acqua, si guardano intorno con disinvoltura e si lasciano riprendere. Pochi secondi dopo, un’altra scena simile: questa volta è la Fontana del Nettuno, posta all’estremità nord della piazza, a essere usata come set per una foto da pubblicare sui social. E intorno, tra i passanti, c’è chi osserva incredulo e chi filma.

Scene virali, sdegno reale

Non è la prima volta che succede, ma ogni volta il fenomeno si ripresenta in modo più plateale. I cartelli che vietano espressamente l’ingresso nelle fontane ci sono, così come la sorveglianza (che però spesso non basta). Le fontane di Piazza Navona sono protette dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali: salirci sopra o entrarvi equivale a danneggiare un bene artistico pubblico, con tutto ciò che ne consegue anche in termini legali.

Ma per alcuni turisti il richiamo del “contenuto virale” vale più di tutto. La logica del like e della condivisione a ogni costo trasforma le fontane storiche in vasche da bagno, monumenti seicenteschi in sfondi per reel su Instagram.

Roma chiede rispetto: la città non è un parco giochi

Mentre le immagini fanno il giro del web, Roma si ritrova ancora una volta umiliata. Le polemiche montano sotto i post, dove migliaia di utenti si dicono stufi di vedere la città trattata come se fosse un parco divertimenti. Chi abita qui e chi ama davvero Roma chiede più controlli, multe salate e sanzioni immediate.

Perché il problema non è il turismo, ma il turismo irrispettoso, quello che ignora la storia, la bellezza, e perfino il buonsenso.