Roma, picchiato, derubato e sequestrato per 3 giorni: finisce l’incubo per un 53enne, 5 arresti

Picchiato, derubato e rapito il 30 settembre, rilasciato il 3 ottobre dopo il pagamento di un riscatto: è l’incubo in cui è finito un 53enne originario del Bangladesh dopo aver incontrato nella notte, in via delle Cave a Roma, quello che credeva essere un amico e che invece si è rivelato il suo aguzzino. Una volta rilasciato il 53enne ha raccontato tutto ai carabinieri e ha riferito che l’amico si è presentato all’appuntamento con altri quattro uomini che lo hanno aggredito con pugni e calci per poi rapinarlo della sua auto, di 7200 euro in contanti, di due telefoni cellulari, dei documenti e di una carta prepagata.
I rapitori
I rapitori, sotto la minaccia di due coltelli puntati alle tempie, hanno imbavagliato e legato il 53enne e lo hanno portato in un rifugio. Nei giorni successivi, poi, lo hanno spostato in vari covi e lo hanno tenuto quasi sempre legato e imbavagliato, continuando a minacciarlo e picchiarlo affinché convincesse i suoi familiari in Bangladesh a pagare un riscatto di 50.000 euro.

Disperazione della madre
La madre del 53enne, raggiunta in Bangladesh da una telefonata disperata del figlio, ha versato 10 mila euro la mattina del 3 ottobre, a una persona nel suo Paese, non ancora identificata, e che avrebbe dovuto fare da tramite per il trasferimento di denaro in Italia. A termine dell’incubo, il 53enne è stata visitato all’ospedale di Roma Tor Vergata: le ferite riportate sono state giudicate guaribili in 30 giorni. Le indagini condotte dai carabinieri di Frascati, hanno permesso di raccogliere gravi indizi sui cinque sequestratori: uno in particolare, bengalese anche lui, è risultato essere la mente del gruppo.
Fermata la banda
Per tutti e cinque è scattato il fermo, e poi l’arresto, anche perché il gruppo stava pianificando di effettuare un secondo sequestro di persona, nei confronti della stessa vittima, per ottenere un’ulteriore somma di denaro, con la quale poi fuggire all’estero. I cinque sequestratori sono stati condotti a Regina Coeli dove il tribunale di Roma ha convalidato i fermi, disponendo per tutti la custodia cautelare in carcere.