Roma, potature e abbattimenti nella giornata dedicata agli alberi: “Scempio criminale, Gualtieri: falso green”

Avviso lavori potatura e abbattimento

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È bastato un cartello per far infuriare i cittadini. “Si comunica che dal 21/11/2025 a fine lavori saranno effettuati interventi di potatura e/o abbattimento”, si legge. Poi viene scritto l’indirizzo. Via dell’Acquedotto Alessandrino. E l’orario in cui saranno effettuati. Dalle 7.00. Non c’è un orario preciso per il termine. Ma un semplice “fine lavori”. Seguito da “Pertanto sarà vietato sostare nell’area interessata a fine di garantire lo svolgimento dei lavori. Zona rimozione”. 

Il giorno degli alberi… senza gli alberi

Il paradosso non è sfuggito ai cittadini. Il cartello, comparso nelle scorse ore, indica come inizio dei lavori proprio il 21 novembre, giornata nazionale dedicata agli alberi. E l’ironia, che a Roma non manca mai, è presto diventata polemica.

“Ecco l’ipocrisia dei falsi green”, attacca Angelo Distefano dell’associazione “Fermiamo la ZTL in fascia verde… salviamo Roma”. La sua denuncia, postata nel gruppo Facebook dell’associazione, ha suscitato l’indignazione dei cittadini. “Mentre si criticano i cittadini che protestano contro le restrizioni della fascia verde, si procede allo “scempio” di una fila di alberi storici per far posto all’ennesima pista ciclabile spinta dai fondi PNRR“.

Sui social i cittadini continuano a segnalare abbattimenti “sospetti”. E le critiche all’amministrazione Gualtieri si moltiplicano. Accuse di essere “green solo a parole”, mentre nei fatti, sostengono in molti, cresce una città che taglia più che piantare.

Nel mirino dei cittadini soprattutto il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi. E non da oggi. “Stessa storia al Quadraro, in via Selinunte. Hanno tolto gli alberi dal ceppo… per fare la ciclabile”, commenta Gianluca, uno dei tanti residenti che segnalano casi simili. Il sospetto di più di qualcuno è che, dietro il taglio indiscriminato degli alberi, possa esserci anche un business.

Biomassa, incentivi e il paradosso degli alberi che conviene tagliare

Le norme nazionali non aiutano a spegnere i dubbi. Anzi. Il decreto del 19 giugno 2024 ha ridefinito gli incentivi per gli impianti a rinnovabili “innovative”, includendo anche le biomasse legnose. Tradotto: conviene trasformare sfalci, potature e perfino tronchi in energia. Il risultato? Un sistema che rende “appetibile” tutto ciò che viene tagliato.

Il MASE, con una circolare del 3 marzo 2025, ha provato a mettere ordine nella gestione dei residui vegetali. Ma la politica, quella vera, è un’altra cosa. E gli incentivi rimangono. Forti, convenienti, difficili da ignorare.

Cosa succede davvero a Roma

Nella Capitale la situazione assume contorni ancora più delicati. Roma consegna gratis alle ditte appaltatrici i residui vegetali: erba, rami, tronchi. Questo significa una cosa molto semplice: più tagli, più legna. E la legna dove va? Le ditte indicano spesso impianti che trattano il materiale come biomassa energetica. Non solo. Le stesse imprese devono segnalare gli alberi instabili. Una volta dichiarati tali, la strada è quasi sempre una: quella dell’abbattimento. Ma qui arriva il punto critico: non c’è l’obbligo di eseguire test strumentali. E anche quando vengono fatti, non c’è l’obbligo di comunicarli.

Un sistema che lascia ampi margini. E che inevitabilmente alimenta sospetti: se la città regala la legna, perché una ditta dovrebbe rinunciare a un guadagno?

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Roma, da Capitale più verde d’Europa a città che perde i suoi alberi

Un tempo Roma era la capitale più verde d’Europa. Ora è scivolata al terzo posto, superata da Oslo e Berlino. Dove altrove si curano parchi e alberature, qui si alternano proclami social e cantieri che lasciano tronchi a terra. Gli esempi sono ancora freschi: alberi piantati e lasciati morire senza irrigazione, potature drastiche, abbattimenti continui. Foto perfette per i social dei nostri politici, come Gualtieri insegna, ma poca sostanza nella realtà. Roma rischia di perdere quello che l’ha sempre resa unica: il suo respiro verde.

Forse Gualtieri dovrebbe pensare un po’ meno alle foto e ai video da postare sui social, in cui Roma appare bella e perfetta e un po’ più alla città vera. Quella dove gli alberi non sono un fastidio, né un intralcio da tagliare per far posto a un progetto calato dall’alto. Il verde non è un hashtag. È una responsabilità. E la politica, prima o poi, dovrà risponderne sul serio.