Roma prepara la stretta per B&B nei condomini, affitti brevi e case vacanze: ecco le nuove regole

overtourism a Roma

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Il Campidoglio si prepara a varare una rivoluzione nelle regole sugli affitti brevi, le case vacanze e i B&B all’interno dei condomini. L’obiettivo dichiarato è contrastare l’overtourism che, negli ultimi anni, ha trasformato interi quartieri della Capitale in dormitori per turisti. Un fenomeno esplosivo che ha minato l’equilibrio sociale di molte zone storiche, compromettendo la qualità della vita dei residenti e spingendo in alto i prezzi delle abitazioni.

Il tavolo del 17 settembre a Roma per B%B, affitti brevi e case vacanze

La data da segnare è il 17 settembre, giorno in cui si riunirà per la prima volta in Campidoglio il tavolo tecnico-politico incaricato di scrivere le nuove regole. Attorno al tavolo siederanno assessorati strategici – Urbanistica, Turismo, Casa e Sociale – insieme ai presidenti delle rispettive commissioni capitoline. A guidare il lavoro sarà un principio considerato ormai intoccabile: il “governo del territorio”, una prerogativa dei Comuni riconosciuta più volte anche dai tribunali.

Limiti nei condomini

Una delle novità più significative riguarderà i condomini. Si punta infatti a fissare un tetto massimo: non più del 25-30% degli appartamenti potrà essere trasformato in alloggio turistico. Una misura che, se approvata, cambierà radicalmente le regole del gioco.

L’obiettivo è impedire che palazzi interi vengano svuotati dei residenti per essere colonizzati da flussi di turisti mordi e fuggi. La soglia servirà a mantenere vivo il tessuto sociale e commerciale dei quartieri, oggi a rischio desertificazione.

Quartieri sotto assedio

Testaccio, Trastevere, Monti, Esquilino, Pigneto, Centocelle, Ostia. L’elenco dei quartieri più assediati è lungo e parla da sé. Alcuni rioni storici, un tempo caratterizzati da botteghe artigiane, piccole attività e una forte identità locale, sono diventati poli turistici dove le famiglie faticano a resistere. La logica proposta è la stessa già adottata per il commercio: quando una zona è satura, nuove licenze non possono essere concesse. Un principio che potrebbe ora essere esteso anche al settore ricettivo.

I numeri del fenomeno

I dati fotografano un quadro impressionante. A Roma si contano oltre 25mila abitazioni a uso turistico, pari a 75.148 posti letto. Per confronto, gli alberghi della Capitale – poco più di un migliaio – offrono complessivamente 11.245 posti letto. Ancora meno i B&B non imprenditoriali, appena 1.286. Numeri che mostrano chiaramente come l’offerta turistica si sia spostata verso gli affitti brevi, superando in scala e impatto le strutture tradizionali.

Oltre la facciata della legalità

La maggioranza di questi alloggi è formalmente classificata come “non imprenditoriale”. Secondo il regolamento regionale, ciò significherebbe un’attività saltuaria, senza servizi accessori e priva di organizzazione aziendale. Una definizione che, nella realtà, appare sempre più lontana dalla pratica quotidiana. In molti casi si tratta di attività gestite in maniera sistematica e professionale, con interi palazzi convertiti a uso turistico. Proprio per questo il nuovo regolamento urbanistico ha introdotto una categoria ad hoc: le “abitazioni ad uso ricettivo”, oggi finite sotto la lente del Campidoglio.

Identità storica da salvare

Dietro l’intervento del Comune c’è una motivazione più ampia: salvaguardare l’identità storica e sociale dei quartieri. L’espansione incontrollata degli affitti brevi ha infatti modificato la fisionomia di intere zone, favorendo l’espulsione delle famiglie e la chiusura dei negozi tradizionali. A rimetterci non è solo la residenza, ma anche la memoria collettiva, i legami di comunità, la stessa anima dei rioni romani. Limitare l’eccesso di abitazioni ricettive diventa quindi un atto politico, culturale e sociale.

Case popolari e speculazioni

Un altro nodo cruciale riguarda il destino delle case popolari. Negli ultimi anni, molti alloggi Ater messi all’asta sono finiti nelle mani di società specializzate negli affitti brevi. Il caso di via Cavour è emblematico: interi blocchi venduti nei primi anni Duemila sono stati trasformati quasi esclusivamente in locazioni turistiche, privando le famiglie di ogni possibilità di accesso. Fermare questa deriva sarà un altro dei punti caldi del nuovo regolamento, per evitare che il patrimonio pubblico venga fagocitato dalla speculazione.

Una sfida decisiva per la Capitale

Il 17 settembre rappresenterà dunque un momento decisivo per il futuro urbanistico e sociale della città. La sfida del Campidoglio non è solo regolamentare, ma culturale: riportare equilibrio tra turismo e residenza, tra mercato e diritti, tra sviluppo e tutela. Roma si trova a un bivio. Continuare sulla strada dell’overtourism significherebbe consegnare interi quartieri al turismo di massa. Invertire la rotta, invece, può restituire respiro ai residenti e difendere l’identità millenaria della Capitale.