Roma, prosegue lo sversamento seriale di rifiuti su area verde, anche dopo la denuncia giudiziaria

Roma, prosegue lo sversamento seriale di rifiuti su un’area verde, anche dopo la denuncia giudiziaria. In via Galla Placidia, nel quadrante est della Capitale, si consuma da mesi una scena che ha il sapore amaro dell’abbandono istituzionale. Un’area verde, teoricamente destinata al decoro urbano e alla vivibilità pubblica, è diventata teatro di uno sversamento seriale di rifiuti. Il fenomeno, ben noto agli abitanti del quartiere, è stato documentato più volte con foto e video, fino alla recente pubblicazione di una videodenuncia sul noto portale online Welcome to Favelas. Eppure, nonostante le segnalazioni, le denunce formali e la visibilità mediatica, la situazione resta invariata.
Roma, le date della vergogna
Il degrado ambientale nella zona è segnalato da tempo, ma negli ultimi mesi il fenomeno ha subito un’accelerazione inquietante. La prima denuncia giudiziaria è stata sporta a fine marzo 2024 da alcuni residenti esasperati, che hanno fornito materiale video alle autorità competenti. Pochi giorni dopo, il 2 aprile 2024, è apparsa la prima segnalazione online sul canale Welcome to Favelas, raccogliendo centinaia di condivisioni. Un secondo video, ancora più esplicito, è stato pubblicato il 5 maggio 2024, mostrando furgoni e mezzi privati intenti a scaricare rifiuti di ogni genere, in pieno giorno.

Un’area verde di Roma diventata discarica
L’area coinvolta è uno spazio erboso compreso tra via Galla Placidia e alcune arterie secondarie del quartiere, frequentato fino a poco tempo fa da famiglie e anziani. Oggi è irriconoscibile: cumuli di sacchi neri, elettrodomestici dismessi, resti di lavorazioni edili e perfino carcasse di mobilio punteggiano il paesaggio. Non si tratta di episodi sporadici, ma di uno sversamento sistematico, effettuato da soggetti che sembrano agire in piena impunità. Le riprese video mostrano volti scoperti, targhe visibili e movimenti rapidi ma non furtivi: un’operazione che non teme l’intervento delle autorità.
L’assenza delle istituzioni di Roma
Nonostante le prove e le continue denunce, nulla si è mosso. Nessun intervento concreto da parte della Polizia Locale o dell’AMA, l’azienda comunale dei rifiuti. L’area continua a essere utilizzata come discarica abusiva e il messaggio è chiaro: in questa zona, la legge non vale. I residenti parlano di una vera e propria resa delle istituzioni, incapaci di garantire il minimo controllo del territorio. Alcuni tentativi di recinzione dell’area o di installazione di segnaletica sono stati rapidamente vanificati: la zona resta accessibile ai mezzi e agli sversatori seriali.
Il rischio sanitario e ambientale
L’accumulo di rifiuti non è solo una questione di decoro urbano. Le alte temperature dell’estate romana – già percepite dalla fine di maggio – stanno accelerando la decomposizione dei materiali organici e il rilascio di sostanze pericolose. Aumentano i cattivi odori, proliferano insetti e roditori. Il rischio sanitario è concreto, soprattutto per i bambini che vivono nelle vicinanze e per gli anziani più vulnerabili. Senza contare i danni ambientali, con il suolo e le falde esposti a contaminazioni pericolose.
Una questione di giustizia sociale per Roma ma non solo
Il caso di via Galla Placidia non è isolato. Rappresenta un simbolo del degrado urbano che avanza nelle periferie della Capitale, spesso ignorate dalle politiche centrali. La tolleranza verso comportamenti illegali, come lo sversamento abusivo, alimenta la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e consolida la percezione di impunità. Non si tratta solo di rifiuti, ma di un cedimento strutturale della legalità. E quando la legge smette di essere applicata, la città diventa terreno fertile per il disordine e l’ingiustizia.