Roma, protesta dei gessetti dei residenti contro la ciclabile di via Panama: “Il Comune non ci ascolta”

Roma, esplode la protesta dei residenti contro la ciclabile di via panama

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Roma si risveglia con un nuovo fronte di scontro, dopo quello di via Guido Reni: quello tra residenti e Comune, tra auto e bici, tra chi invoca il diritto alla mobilità quotidiana e chi difende la svolta ecologica anche in via Panama. Siamo ai Parioli, dove mercoledì mattina decine di cittadini si sono radunati con mascherine anti smog e cartelli colorati per dire no alla nuova pista ciclabile. «Non è un progetto green ma grey!», urla uno degli slogan del comitato “Sos Panama”, il gruppo che da settimane guida la protesta. Sotto accusa, la cancellazione di decine di parcheggi e la riduzione della carreggiata per far posto alla ciclabile del Grab, il “Grande Raccordo Anulare delle Biciclette”. «C’è un traffico soffocante, le macchine sono ferme e il Comune ci ignora», accusano i residenti, molti dei quali lamentano di dover pagare garage privati per poter parcheggiare.

Roma e quella ciclabile nel cuore dei Parioli

Via Panama è una strada simbolo del quartiere elegante di Roma nord: residenziale, verde, ma anche trafficata. Qui il Campidoglio sta intervenendo per completare uno dei tratti più discussi del Grab, il circuito ciclabile di 45 chilometri che dovrebbe collegare i parchi e i luoghi storici della Capitale.
Ma il cantiere ha spaccato il quartiere. La carreggiata, dimezzata, ha già causato lunghe code e rallentamenti, mentre oltre cento posti auto sono stati cancellati. «Non c’era alcun bisogno di un’altra ciclabile in questa via, dove al giorno passano cinque o sei biciclette», sostengono i residenti. «È un progetto ideologico, non utile alla città».

Auto contro bici: Roma divisa

Dietro la protesta si nasconde il solito conflitto romano: chi guida l’auto contro chi pedala. Eppure, in via Panama le bici non mancano. Nelle ore di punta, tra le 8 e le 9, decine di studenti e lavoratori si muovono in bici o in monopattino verso la Luiss, che ha un ingresso proprio sulla via. Molti altri arrivano da Montesacro per dirigersi verso il centro. Eppure, per i comitati dei residenti questa resta una “pista talebana”: così l’hanno ribattezzata, denunciando che il progetto penalizza gli over 60 e le famiglie che non possono rinunciare all’auto. «È una follia urbanistica – dicono – che toglie libertà invece di crearla». La parola d’ordine è una: “Ascoltateci”.

La ‘protesta dei gessetti’ a Roma

La tensione cresce anche sul fronte simbolico. La “protesta dei gessetti” ha trasformato via Panama in un grande quaderno di lamentele: scritte gialle sull’asfalto, slogan polemici, accuse ironiche. Ciclotalebana», «Solo una trappola», «Chi paga per tutto questo?» sono comparsi sulla carreggiata, cancellati solo dopo ore. Un gesto civile ma di forte impatto, che mostra quanto profonda sia la spaccatura tra cittadini e istituzioni. «Non siamo contro le bici, ma contro la cieca imposizione di un modello che non tiene conto della realtà dei quartieri», spiegano i residenti. Un segnale che il malcontento non si esaurirà con l’apertura della pista. E una scritta su tutte lo dimostra: “Il Comune di Roma non ci ascolta”.

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Il sogno del Grab e la realtà romana

Il Grab nasce dieci anni fa da un’idea di alcune associazioni ambientaliste, tra cui Velolove e Legambiente. Un progetto visionario, pensato per collegare con un unico anello le bellezze di Roma: dai Fori Imperiali al Parco dell’Appia Antica, fino ai quartieri residenziali del nord.
Ha ricevuto premi internazionali, il plauso di urbanisti e persino di tre sindaci – Ignazio Marino, Virginia Raggi e Roberto Gualtieri. Ma oggi, a ogni tratto di ciclabile corrisponde un muro di protesta.
Via Panama ne è l’esempio perfetto: un campo di battaglia dove la Roma che vuole cambiare si scontra con quella che teme di perdere ciò che resta della vivibilità quotidiana.
E mentre il Campidoglio annuncia nuove “correzioni”, i residenti annunciano nuove proteste. La città eterna resta ferma nel traffico — e, forse, anche nelle sue contraddizioni.

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