Roma, quattro aggressioni omofobe in 10 giorni: l’allarme del Gay Center

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Roma torna a fare i conti con l’odio. Quattro aggressioni a sfondo omofobo in appena dieci giorni, tutte segnalate alla Gay Help Line, hanno acceso un campanello d’allarme che non può più essere ignorato. A denunciarlo è il Gay Center, che parla di un’escalation preoccupante e chiede con forza maggiore tutela civile e giuridica contro la violenza omotransfobica.

Le vittime di Via del Corso

La prima segnalazione arriva dal cuore della Capitale. Una coppia di ragazzi, durante una passeggiata serale in Via del Corso, è stata accerchiata da un gruppo di giovanissimi su monopattini elettrici. Prima le offese, poi gli spintoni e infine le botte. Per entrambi, la prognosi è stata di cinque giorni. Un episodio che mostra quanto la violenza possa esplodere improvvisa, in pieno centro, sotto gli occhi della città.

L’aggressione in casa

Non meno inquietante il secondo caso. Un ragazzo, identificato come gay dal suo stesso coinquilino, è stato aggredito nell’androne di casa. Prima gli insulti, poi l’umiliazione e infine le percosse. La violenza non è arrivata da sconosciuti, ma da chi condivideva con lui spazi quotidiani. Una vicenda che mette in luce come l’omofobia non si consumi soltanto per strada, ma possa insinuarsi nelle relazioni più vicine.

Il ristorante trasformato in teatro di odio

Il terzo episodio ha avuto luogo in un ristorante di Roma nord. Una coppia di ragazzi, dopo un abbraccio e un bacio, è stata presa di mira da due uomini presenti nel locale. “Si sono meritati una punizione”, avrebbero detto gli aggressori, prima di scagliarsi contro di loro. Una scena che lascia sgomenti: un luogo di socialità e convivialità trasformato in palcoscenico di discriminazione e violenza gratuita.

Il pestaggio in zona Giulio Cesare

Infine, l’aggressione più brutale. Lo scorso sabato un 25enne è stato circondato e picchiato da un gruppo di dieci ragazzi in zona Giulio Cesare. Un pestaggio vero e proprio, che ha riportato alla ribalta il tema della sicurezza per chi vive apertamente la propria identità. Un attacco di gruppo, spietato, che sottolinea l’urgenza di risposte istituzionali rapide e concrete.

La voce del Gay Center

“Essere lesbiche, gay, bisessuali, transgender o non binarie non può e non deve significare vivere con il rischio costante della violenza” – afferma il Gay Center. Le strade, i locali, i luoghi di convivenza civile non possono restare zone franche dove l’omotransfobia agisce indisturbata. Per questo l’associazione chiede che venga riconosciuta a livello nazionale una tutela giuridica specifica per i crimini d’odio motivati da orientamento sessuale e identità di genere.

Un impegno lungo vent’anni

La Gay Help Line, numero verde 800 713 713, da quasi vent’anni rappresenta un punto di riferimento per chi subisce violenze, discriminazioni e minacce. Una rete di ascolto e sostegno che ha accolto migliaia di chiamate, spesso l’unico appiglio per chi si trova improvvisamente in pericolo o isolato. Il Gay Center ha chiesto all’Assemblea capitolina che la delibera contro l’omobitransfobia riconosca e valorizzi questo servizio, parte integrante della difesa dei diritti in città.

La chiamata all’azione

L’appello finale è chiaro: chiunque sia vittima o testimone di aggressioni può chiamare la Gay Help Line o scrivere alla chat Speakly.org. La denuncia diventa uno strumento di resistenza e di protezione collettiva. Roma, capitale d’Italia e città simbolo della convivenza, non può permettersi di restare indifferente davanti a questi episodi. Quattro aggressioni in dieci giorni non sono più casi isolati, ma il segnale di una ferita aperta che richiede cure immediate, istituzionali e sociali.