Roma, quattro pusher in manette tra Tor Bella Monaca e Quarticciolo, dopo il blitz a Ostia
Roma, la lotta allo spaccio di stupefacenti nelle periferie romane registra un nuovo capitolo. Alla lunga serie di arresti compiuti negli ultimi mesi, soprattutto nelle aree considerate più sensibili per l’alta concentrazione di piazze di smercio, se ne aggiungono ora altri quattro. Nelle ultime quarantotto ore la Polizia di Stato ha rinforzato la propria presenza tra Tor Bella Monaca e il Quarticciolo. Quadranti storicamente segnati da un radicato sistema di distribuzione di droga al dettaglio.
L’intervento arriva a ridosso del recente blitz a Ostia e conferma una strategia preventiva che punta a spezzare sul nascere lo scambio “live” tra pusher e clienti. Riducendo così la disponibilità immediata della sostanza stupefacente sul territorio. A condurre le operazioni sono stati gli agenti del V Distretto Prenestino insieme ai Falchi della Squadra Mobile. Reparti specializzati nell’infiltrazione in borghesi e nelle operazioni a sorpresa.
Roma, il “battitore” su monopattino tra le vie del Quarticciolo
Tra gli episodi resi noti, spicca il fermo di un uomo italiano di 56 anni, noto nella zona del Quarticciolo come “battitore” di Via Molfetta. La sua attività consisteva nel muoversi attraverso le vie del quartiere con un monopattino, mezzo scelto probabilmente per la rapidità di spostamento e la facilità di confondersi nel traffico pedonale.
Gli agenti del V Distretto lo hanno intercettato mentre stava raggiungendo una zona concordata per la consegna della droga. L’uomo ha tentato di eludere il controllo accelerando la corsa e opponendo resistenza una volta raggiunto, ma è stato fermato e immobilizzato prima di poter completare la cessione.
Durante la perquisizione sono stati ritrovati dieci involucri già confezionati, contenenti crack e cocaina, pronti per la vendita al dettaglio. La modalità di confezionamento e l’organizzazione della consegna sono state ritenute elementi significativi ai fini dell’ipotesi di detenzione a scopo di spaccio.
Il pusher del “ferro di cavallo” e gli appuntamenti amministrati dal cellulare
A Tor Bella Monaca, invece, le operazioni dei Falchi della Squadra Mobile si sono concentrate nei pressi del celebre complesso popolare noto come “ferro di cavallo”. Un’area che da anni rappresenta uno dei nodi principali del mercato della droga nella periferia est.
Al centro dell’azione, un giovane cittadino albanese di 23 anni, indicato come pusher di riferimento della zona. Il sistema prevedeva il fissare appuntamenti tramite un cellulare definito dagli investigatori come “telefono di servizio”, utilizzato esclusivamente per organizzare la distribuzione agli acquirenti. La droga era nascosta in un pacchetto di sigarette, lasciato a portata di mano per garantire rapidità in caso di controllo improvviso.
Agenti mimetizzati da ‘normali’ cittadini
L’operazione è scattata nel momento in cui gli agenti, mimetizzati tra i residenti, hanno cinturato le vie di fuga. Il giovane è stato bloccato mentre il telefono continuava a squillare, segno evidente di un flusso costante di clienti già in attesa. Per lui è scattata l’accusa di detenzione ai fini di spaccio.
Due giovanissimi fermati tra i cortili di via Palmiro Togliatti
Sempre nella periferia orientale, altri due deferimenti sono avvenuti a carico di un 24enne egiziano e di un 19enne tunisino. I due sono stati sorpresi in piena attività di scambio tra i cortili di via Palmiro Togliatti, zona da tempo monitorata per il movimento continuo di acquirenti.
Secondo quanto riferito, i due avevano con sé dosi di cocaina già suddivise e pronte alla cessione. Oltre a una somma in banconote di piccolo taglio ritenuta compatibile con i proventi dell’attività illecita. Anche in questo caso, l’intervento dei Falchi ha impedito che la sostanza raggiungesse il mercato al minuto.
La cornice della strategia di prevenzione
I quattro arresti, già convalidati dall’Autorità giudiziaria, si inseriscono in un piano più ampio elaborato dalla Questura di Roma e condiviso in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La linea è quella di intervenire con continuità, alternando operazioni mirate e presenza discreta sul territorio, al fine di ridurre la capacità organizzativa delle reti di spaccio radicate tra le periferie.
La Polizia di Stato ribadisce che l’attenzione resta alta, soprattutto nei quartieri dove lo spaccio tende a mimetizzarsi nel tessuto urbano, rendendo più difficile l’azione repressiva.
La precisazione sullo stato delle indagini
Come previsto dalla normativa vigente, si ricorda che le evidenze investigative citate si riferiscono alla fase delle indagini preliminari. Per gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino al definitivo accertamento con sentenza irrevocabile.