Roma, rabbia a Cinecittà: viale Tito Labieno tra materassi e rifiuti, il locale sigillato è ora un bivacco

Roma, viale Tito Labieno

Dalla lite con coltello alla fermata metro Lucio Sestio, passando per piazza dei Consoli ridotta a discarica e piazza Don Bosco invasa da panchine divelte, rifiuti e pericoli per i bambini, fino ai fuochi d’artificio accesi tra le case, vicino a un distributore di benzina, in piazza di Cinecittà: il VII Municipio di Roma vive oggi una crisi urbana che non può più essere ignorata.

A pochi metri da via Tuscolana, nel cuore del quartiere Cinecittà, in pieno VII Municipio a Roma, si riaccendono i riflettori su un altro episodio di abbandono e degrado urbano, questa volta in viale Tito Labieno. Uno spazio commerciale, un tempo annesso a un locale ormai inattivo, è stato trasformato in rifugio di fortuna, con materassi appoggiati ai tavoli, rifiuti sparsi ovunque e arredi in stato di abbandono.

Roma, viale Tito Labieno degrado
Roma, viale Tito Labieno – www.7colli.it

Un bivacco improvvisato sotto le vetrate abbassate, tra cartoni, sedie ammassate e contenitori vuoti, è ciò che oggi i residenti si trovano davanti passando sotto i portici. L’area è visibilmente trascurata: bottiglie, imballaggi alimentari, oggetti personali e persino una vecchia seduta imbottita sono disseminati sul pavimento in mattoni, tra tavoli sporchi e piante ormai morte.

Il sopralluogo effettuato lunedì 14 luglio 2025 dalla redazione de Il Nuovo 7 Colli, in seguito a numerose segnalazioni da parte dei cittadini, ha permesso di documentare lo stato critico della situazione.

Il locale era già stato chiuso dalle autorità

L’episodio appare ancora più preoccupante alla luce della documentazione affissa sulla saracinesca del locale: un verbale della Polizia Locale – U.O. VII Gruppo Tuscolano – datato 15 aprile 2025 conferma la chiusura immediata dell’esercizio. Il documento indica chiaramente che l’area avrebbe dovuto rimanere sotto custodia, affidata a un referente nominato dal Comune.

Roma, locale in viale Tito Labieno
Roma, locale in viale Tito Labieno – www.7colli.it

Eppure, a distanza di tre mesi, la realtà è ben diversa: il dehors risulta non sorvegliato, completamente accessibile e di fatto trasformato in uno spazio degradato. Il nastro giallo di delimitazione, ormai strappato e abbandonato a terra, suggerisce che il controllo sulla struttura sia progressivamente venuto meno. A confermare lo stato di abbandono, la presenza diffusa di rifiuti, arredi in disordine e segni evidenti di occupazione.

Roma, dehors viale Tito Labieno sigilli
Roma, viale Tito Labieno sigilli – www.7colli.it

Una storia già vista

Questa scena riporta immediatamente alla mente quanto accaduto lo scorso aprile in via Tuscolana 969, dove un’altra struttura commerciale inutilizzata era stata occupata per settimane da un senzatetto, finché il dehors non è stato demolito su spinta del comitato di quartiere. Anche in quel caso, la convivenza era diventata impossibile a causa di episodi preoccupanti e della mancanza di un intervento tempestivo.

Ora il timore dei cittadini è che la storia si ripeta, con l’ennesimo spazio lasciato all’abbandono, diventato rifugio improvvisato in assenza di misure di protezione efficaci. Le condizioni igieniche, documentate dalle immagini scattate in data 15 luglio 2025, sollevano forti dubbi sul rispetto della legalità e sulla tutela del decoro urbano.

I residenti chiedono che l’area venga bonificata immediatamente, che il dehors venga rimosso o messo in sicurezza, e che si evitino ulteriori episodi di occupazione e insicurezza.

La vera sfida resta strutturale

Quanto accaduto in viale Tito Labieno mostra ancora una volta come l’assenza di interventi rapidi da parte delle istituzioni favorisca la nascita di situazioni borderline, che degenerano in emergenze sociali difficili da gestire.

Non basta sigillare i locali: senza vigilanza e senza un piano per il recupero degli spazi urbani abbandonati, questi luoghi diventano terreno fertile per disagio e pericolo. I cittadini continuano a segnalare, ma la risposta – se arriva – è spesso troppo lenta. Serve un piano di intervento stabile e coordinato, che metta insieme decoro, sicurezza e politiche sociali.