Roma, rapina in via Cassia finita nel sangue: vigilante in cella, ma il “palo” è già libero

Nelle settimane successive all’arresto di Micarelli, sono stati identificati e fermati anche alcuni dei presunti complici della rapina. Tra questi c’è I.D.R., un 36enne di origini romene, che si è costituito spontaneamente accompagnato dal suo avvocato. Secondo le indagini, avrebbe avuto il ruolo di “palo”, rimanendo fuori dall’appartamento mentre gli altri commettevano il furto.
Il giudice ha deciso di non convalidare il carcere per lui, ritenendo insufficienti gli indizi di colpevolezza riguardo alla sua effettiva partecipazione alla rapina. Gli è stata applicata una misura meno afflittiva: obbligo di dimora a Roma. Questa decisione ha generato una forte reazione pubblica, considerando che Micarelli, invece, è ancora detenuto in attesa del processo.

Un ladro ucciso, una guardia giurata arrestata
La vicenda ha avuto inizio la sera del 6 febbraio 2025, in un condominio di via Cassia 1004, a Roma. Un gruppo di cinque persone, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha fatto irruzione in un appartamento per compiere una rapina. Durante la fuga, Antonio Micarelli, 56 anni, guardia giurata e residente nello stesso stabile, ha aperto il fuoco con la sua pistola d’ordinanza, una Glock semiautomatica, sparando dieci colpi. Uno di questi ha colpito alla testa Anton Ciurciumel, 24 anni, uccidendolo sul colpo mentre cercava di scappare.
Micarelli è stato arrestato più di un mese dopo, il 13 marzo, con le accuse di omicidio volontario e tentato omicidio. Secondo il giudice per le indagini preliminari, la sua reazione è stata sproporzionata, dettata da una volontà punitiva più che da autodifesa. Il GIP lo ha definito un “giustiziere” e ha disposto la custodia cautelare in carcere.