Roma, residenti contro Gualtieri per il parco di Tor Marancia: “Cementificazione e niente controllo: distrutto un bosco per fare aree fitness”

Parco Tor Marancia - via Belloni prima e dopo

Non è un’apertura qualunque quella prevista per martedì 11 novembre a piazza Lante, dove il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la Giunta comunale inaugureranno il nuovo accesso “Afa1” del Parco di Tor Marancia, parte del Parco Regionale dell’Appia Antica. È un taglio del nastro che arriva tra polemiche, accuse e un malcontento ormai radicato nel quartiere. Sarà una cerimonia ufficiale con autorità e foto di rito. Ma a poche decine di metri, nel medesimo orario, ci saranno anche i cittadini. Il Comitato Tormarancia Naturale ha confermato la propria presenza per contestare quello che definisce un intervento sbagliato, realizzato “contro le migliori pratiche ambientali” e senza il minimo confronto con chi quel territorio lo abita ogni giorno.

Se il senso dell’operazione è raccontare una città che valorizza il verde, i residenti sostengono che la realtà parla un linguaggio diverso: sbancamento del boscocementificazione, perdita di avifauna e biodiversità. E mentre il Comune celebra, loro chiedono di essere ascoltati, denunciando di non esserlo stati.

“Abbattuto un bosco per fare aree fitness”: la denuncia dei cittadini

Il Comitato Tormarancia Naturale non ci sta. “Contro ogni logica ambientale è stato sbancato un bosco per costruire aree fitness e zone picnic con coperture artificiali”. Un intervento definito “scellerato” dai residenti, che ricordano come l’intera zona fosse un ecosistema delicato, popolato da specie arboree e avifauna selvatica oggi compromesse. E a nulla, denunciano, sarebbero servite le petizioni con oltre 10mila firme e le richieste di confronto avanzate nei mesi scorsi. Il risultato, spiegano, è un parco più artificiale che naturale, dove le parole d’ordine dell’amministrazione, come “riforestazione urbana” e “depavimentazione”, si scontrano con una realtà fatta di cemento, terreno compattato e un equilibrio ambientale alterato.

La vicenda nasce due anni fa, quando il quartiere aveva già denunciato lo sbancamento del bosco originario. Poi un anno di stop dovuto a quella che il Comitato definisce “una gestione confusa e contraddittoria delle compensazioni urbanistiche”. Solo ora, dopo dodici mesi di silenzio e tensioni, durante i quali sono state raccolte oltre 10mila firme per chiedere partecipazione e rispetto del contesto ambientale, il Comune ha deciso di procedere con l’inaugurazione ufficiale, ignorando del tutto le richieste dei residenti. E ora i cittadini parlano di “mancanza totale di partecipazione”, lamentando che nessuno li abbia mai coinvolti nella definizione del progetto, nonostante le richieste di confronto con Municipio e Campidoglio.

Chi vince e chi perde

A perdere è innanzi tutto la natura. Basta vedere le specie arboree abbattute, la scomparsa di avifauna e la fuga di una fauna selvatica che aveva reso la zona peculiare rispetto ad altri angoli della città. E proprio per questo i cittadini volevano far sentire la loro voce. Ovviamente ignorata. E adesso, alla fine dei giochi, hanno comunicato la loro presenza alla Questura, ma, come rivela il Comitato Tormarancia Naturale, saranno costretti a stazionare “in un luogo lontano e non visibile” rispetto all’area dell’inaugurazione. In pratica, il messaggio pubblico del Campidoglio verrà ufficialmente celebrato senza il confronto diretto con chi critica le scelte, relegando i cittadini a spettatori di protesta in differita. E a perdere sarà quindi anche la democrazia.

La limitazione imposta dalla Questura alimenta il sospetto che, più che tutelare l’ordine, si voglia evitare l’imbarazzo delle domande scomode davanti alle telecamere. Il risultato è un’ inaugurazione “ripulita” da contestazioni visibili ma non da questioni rimaste irrisolte. Ma quindi chi vince? La forza dei potenti? La solita politica che si vanta su Facebook, Instagram e TikTok, ma non ascolta i reali bisogni dei cittadini?

Giunta Gualtieri sotto accusa

Le critiche non risparmiano il sindaco Roberto Gualtieri. Il Primo Cittadino e la sua Giunta, accusano i residenti, praticano una narrativa green che funziona bene nei comunicati stampa e nei social, ma sul terreno tradisce uno scarto significativo rispetto agli annunci. “Si parla tanto di riforestazione urbana -dicono dal Comitato – ma si continua a distruggere il verde”. L’ironia amara del quartiere è tutta qui: promesse di ambiente e slide di progetto contrapposte a ruspe e piante abbattute.

E la domanda che si fanno i cittadini è una: quando le istituzioni progettano il bene comune senza coinvolgere la gente, chi decide davvero? Chi abita la zona o chi fa comunicazione?