Roma, riapre la “Mucca Pazza”, lo storico ristofamily di Monteverde

Roma, dopo due settimane di silenzio forzato, il ristorante “Mucca Pazza” di Monteverde ha riaperto oggi, martedì 26 agosto, accogliendo di nuovo famiglie e bambini. La chiusura, scattata a seguito di un esposto, aveva avuto origine da un episodio a dir poco singolare: il canto del tradizionale “tanti auguri” durante la festa di compleanno di un bambino.
Quel jingle, considerato elemento di disturbo, ha fatto scattare la segnalazione alla Polizia locale e la successiva sospensione dell’attività per quindici giorni. Una vicenda che ha sollevato non poche polemiche, soprattutto perché ha colpito un locale da sempre riconosciuto come punto di ritrovo per le famiglie del quartiere. La riapertura, avvenuta questa mattina, ha quindi il sapore di una piccola vittoria per i gestori, che parlano di resistenza contro un accanimento giudicato ingiusto.

Solidarietà social e sostegno dal quartiere
Durante il periodo di chiusura, la “Mucca Pazza” non è rimasta sola. Al contrario, i social del ristorante si sono trasformati in una vera e propria piazza virtuale di solidarietà. Oltre mille messaggi di incoraggiamento, condivisioni e commenti hanno dato voce a clienti affezionati e residenti che hanno voluto esprimere vicinanza alla proprietà. La vicenda è diventata rapidamente virale, facendo discutere anche al di fuori del quartiere.
Non sono mancati gli hashtag di supporto e le storie condivise da chi considera il locale un punto di riferimento per l’intrattenimento dei più piccoli. Il tam-tam digitale ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenere alta l’attenzione sull’accaduto, trasformando quella che poteva essere una sconfitta in una campagna di visibilità e sostegno. Per i gestori, questi gesti hanno rappresentato una vera boccata d’ossigeno in giorni vissuti con frustrazione e rabbia.
Un anno di battaglie legali e spese da capogiro
Quella della “Mucca Pazza” non è una storia isolata, ma l’ennesimo capitolo di una battaglia che dura da mesi. Da circa un anno, infatti, i proprietari sono alle prese con ricorsi, denunce e spese legali che hanno già raggiunto la cifra record di 120mila euro. Una somma che, per un’attività commerciale nata per ospitare famiglie e feste di compleanno, rischia di diventare insostenibile.
“È evidente che la gioia e la vivacità di un locale per bambini possa dar fastidio a qualche radical chic del quartiere – commenta Fabio Bonardo, patron del ristorante – ma noi non molliamo”. Le sue parole riflettono non solo la rabbia per una situazione giudicata surreale, ma anche la determinazione a non arrendersi. L’impegno economico e personale messo in campo racconta di una resistenza che ha assunto ormai un valore simbolico.
La politica chiamata a rispondere
Se la solidarietà dei cittadini non manca, diversa appare invece la posizione delle istituzioni. Bonardo non nasconde la sua amarezza per il silenzio dell’Amministrazione: “Da tempo attendiamo un riscontro per trovare una soluzione condivisa che migliori la vita del quartiere senza trasformare tutto in una guerra di esposti”, afferma. Dopo la chiusura, la palla passa dunque al municipio, che dovrà affrontare le richieste avanzate dalla proprietà del locale: dall’accesso agli atti fino a nuove soluzioni che possano dare al territorio uno spazio dedicato e curato.
Non si tratta solo di una questione burocratica, ma di un vero e proprio banco di prova politico. Il caso “Mucca Pazza”, infatti, rischia di trasformarsi in un boomerang per la maggioranza in vista delle prossime elezioni, diventando simbolo di un’amministrazione percepita come distante dai bisogni del quartiere. La battaglia, dunque, resta aperta.