Roma riapre una parte della discarica di Malagrotta: il TMB distrutto dalle fiamme verrà riattivato da Gualtieri
Il sindaco di Roma, che ricopre anche il ruolo di commissario straordinario per il Giubileo 2025, ha firmato un’ordinanza che autorizza la riapertura temporanea di una parte dell’impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti all’interno della discarica di Malagrotta. Si tratta di uno dei due impianti storicamente presenti nell’area, rimasto fermo a causa di un incendio avvenuto nel dicembre 2023. L’intervento consente di rimettere in funzione le sezioni non compromesse dalle fiamme, senza aumentare la capacità complessiva dell’impianto e senza modificare la sua struttura originaria.
L’ordinanza definisce questa riattivazione come “modifica non sostanziale temporanea”. In pratica, si parla di interventi tecnici mirati, limitati nel tempo, che non incidono sugli aspetti ambientali già valutati in passato.
Perché riaprire proprio ora
La motivazione principale è garantire la continuità del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel settore sud-ovest di Roma. In quest’area, la chiusura del TMB aveva causato difficoltà logistiche e rischi concreti. Senza un punto di conferimento adeguato, i rifiuti indifferenziati raccolti in strada avrebbero potuto accumularsi, con conseguenze pesanti sul decoro urbano e sulla salute pubblica.
L’ordinanza spiega infatti che, in assenza di questo impianto, il sistema di raccolta potrebbe risultare inefficiente. Ciò comporterebbe depositi incontrollati vicino ai cassonetti e nei centri di trasferenza, con possibilità di cattivi odori, aumento dei rifiuti abbandonati e condizioni favorevoli alla proliferazione di insetti e roditori. Un rischio ritenuto inaccettabile in vista del grande afflusso di visitatori previsto per il Giubileo 2025.
Cosa verrà riattivato e come funzionerà
Le modifiche approvate servono soprattutto a ottimizzare la separazione dei rifiuti. L’impianto tornerà a dividere la parte organica da quella leggera e secca, migliorando la capacità di recuperare materiali riciclabili. Per farlo, saranno installati due vagli primari in parallelo, così da garantire continuità alle operazioni anche in caso di fermo di una linea.
Sarà inserito un secondo classificatore aeraulico, un macchinario utile per selezionare i materiali in base al peso, e un elettromagnete per migliorare il recupero del metallo. La sezione dedicata al PET sarà riposizionata e verrà introdotto un sistema per recuperare anche l’alluminio dagli scarti.
Una scelta particolare riguarda la sicurezza: non verrà reinstallata la controsoffittatura nella zona di ricezione, così da ridurre rischi e facilitare eventuali interventi antincendio. La parte finale del ciclo, dove si affina la frazione stabilizzata, sarà semplificata per aumentare la quota di materiali recuperati e diminuire ciò che va in smaltimento.
Controlli e monitoraggi obbligatori
La riapertura non sarà libera e incondizionata. L’ordinanza prevede verifiche periodiche, programmate in tre fasi, che riguarderanno soprattutto l’impatto ambientale. I controlli includeranno: emissioni sonore
gestione dell’aria all’interno dell’impianto, impatto odorigeno verso le aree circostanti. Inoltre, l’azienda responsabile dovrà fornire una garanzia finanziaria tramite polizza fideiussoria a beneficio del Commissariato per il Giubileo. Questa misura serve a tutelare eventuali interventi di sicurezza ambientale o bonifica.
Durata e prospettive future
La riattivazione avrà durata limitata. L’ordinanza indica come termine il 2 gennaio 2027, data entro la quale si conta di completare la seconda fase di adeguamento strutturale. Tutte le condizioni ambientali e autorizzative già previste restano in vigore, senza deroghe che potrebbero ampliare la capacità di trattamento rispetto a quanto consentito in passato.
In sostanza, la riapertura di Malagrotta non rappresenta un ritorno alla vecchia gestione dei rifiuti, ma un intervento temporaneo per garantire stabilità al servizio pubblico in un momento delicato. La capitale resta comunque impegnata nello sviluppo di nuovi impianti e soluzioni strutturali di lungo periodo, indispensabili per superare la cronica emergenza rifiuti e costruire un modello urbano più sostenibile.