Roma, riparte lo stadio. È la volta buona o uno spot elettorale?

Il progetto dello stadio della Roma è pronto da un bel pezzo. E adesso sarebbero anche in dirittura di arrivo la convenzione e la delibera per la variante urbanistica. Questo l’annuncio di Daniele Frongia, assessore allo Sport e ai Grandi eventi in Campidoglio. Che usa parole lapidarie per dichiarare a che punto sia effettivamente il progetto. È tutto pronto, ora tocca a noi. Ma in realtà è proprio quest’ultimo inciso che potrebbe nascondere le maggiori insidie. Perché dalla conferenza dei servizi del 2018 ad oggi di acqua sotto i pin ti ne è passata. E anche di fascicoli finiti dritti in Procura. Ovviamente la Roma è sempre stata estranea a qualsiasi contestazione, e il comune si è considerato parte lesa. Ma il crack di Eurnova, le vicende legate al gruppo di Luca Parnasi e gli arresti di alcuni politici eccellenti hanno lasciato il segno. Anche se ora ovviamente i soggetti in campo sono cambiati. Sia per la parte relativa alla costruzione dell’impianto che dal punto di vista della gestione immobiliare. Nulla di ancora definito però, perché ad oggi il magnate ceco Radovan Vitek che si doveva proprio occupare di questo aspetto subentrando a Eurnova non ha sciolto le riserve. E il Tycoon texano Friedkin sembra essere scomparso nelle nebbie dell’emergenza pandemia. Così sarà ancora James Pallotta a guidare l’affaire stadio, ammesso che siamo davvero alla volta buona. Quando parte, se riparte. Per citare una famosa canzone italiana di qualche anno fa.

Stadio Roma, accordo fatto e delibere in quarantena

Riparte l’iter per lo stadio della Roma. Tra giunta, consiglio comunale e Regione sarà però una corsa a ostacoli 

Riparte per l’ennesima volta l’iter per la costruzione dello stadio della Roma. Sempre a Tor di Valle, sempre con James Pallotta al timone della società. Come se il coronavirus avesse congelato un po’ tutto. L’assessore allo Sport di Roma capitale Daniele Frongia ostenta ottimismo.  Perché la convenzione e la variante urbanistica sarebbero pronte. Ma in città sull’argomento c’è molta prodezza. A cominciare dalle reazioni dei tifosi, che non ci stanno ad essere scottati un’altra volta. Magari con le prese in giro dei cugini laziali su Facebook. Ma anche la sindaca Raggi avrebbe chiesto alla Procura di Roma se veramente adesso sia tutto a posto. E se l’iter dell’impianto possa riprendere. Poi bisognerà sondare le reali volontà degli investitori. Di chi dovrà materialmente realizzare lo stadio e sfruttare la plusvalenza immobiliare. Infine c”e il grande nodo delle opere pubbliche in convenzione. Il progetto rivisto dalla giunta Raggi ha ridotto le cubature iniziali. Di fatto rinunciando alle due torri direzionali previste all’ingresso della struttura. Ma questo ha comportato dei problemi. Sulla tenuta dello stesso piano economico dell’opera. Dalla quale via via erano spariti il ponte ciclopedonale di Magliana e l’adeguamento della Roma Lido a carico del provato. Tutti interventi di fondamentale utilità pubblica, per cui è chiaro che in consiglio comunale gli emendamenti di tutte le forze politiche saranno numerosi. E anche la Regione vorrà dire la sua, considerando che sono previsti interventi importanti per la riqualificazione di via del Mare. E che la linea elettrificata Roma Lido è una ferrovia concessa regionale. Infine, c’è sempre il rischio ricorsi per la zona specifica dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio. In prossimità dell’ansa del Tevere in un terreno che va messo in sicurezza. Perché soggetto a possibili esondazioni.

Insomma, lo stadio della Roma riparte un po’ come in un gioco dell’oca. Dalla casella iniziale o quasi. Ma la notizia che se ne parli di nuovo e che possa finalmente approdare in Campidoglio è positiva, e va accolta con favore da tutti. Con un unico dubbio. Che non si tratti di un’apertura anticipata della campagna elettorale. Tanto ormai è chiaro a che se stadio sarà, spettera’ al futuro sindaco di Roma mettere la prima pietra. Perché per farlo in questa consiliatira ormai è troppo tardi.

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