Roma, risse tra latinos a Cinecittà dopo l’accoltellamento di un 19enne fuori dalla Metro Lucio Sestio (FOTO E VIDEO)

Si susseguono i “regolamenti di conti” tra sudamericani a Roma, in zona Cinecittà, dopo l’accoltellamento avvenuto intorno a mezzanotte, tra sabato 31 maggio e domenica 1° giugno, nei pressi della fermata metro A Lucio Sestio. Il giovane, Federico G., ferito al petto, era in compagnia della fidanzata, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale in codice rosso, in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita.
Nessuna telecamera in quel punto buio della banchina, un atto consumato sapendo di non lasciare tracce registrate. Il 19enne, barcollando, si è trascinato su via Tuscolana per chiedere aiuto prima di accasciarsi. In codice rosso, è stato trasportato all’ospedale Vannini, dove versa in condizioni gravi ma non in pericolo di vita.

Gli investigatori della Squadra Mobile, guidati da Roberto Pititto, hanno trovato tracce di sangue e vetri di bottiglie frantumate, ma nessuna arma né segni evidenti dei responsabili. La fidanzata ha riferito di conoscerli “solo di vista”, escludendo ritorsioni dirette, ma gli agenti ipotizzano un regolamento di conti tra gang di borseggiatori che ogni sera si ritrovano lungo la metro A, in cerca di turisti e pellgrini. Il 19enne, con precedenti per furti, potrebbe essere finito nel mirino di chi non perdona spartizioni di bottini.
Donna appesa alla finestra in via Eudo Giulioli
Non appena la notizia dell’accoltellamento si è diffusa, la tensione è esplosa in via Eudo Giulioli, di fronte all’ex hotel Cinecittà, occupato da decine di persone. Le prime liti, domenica, partono con insulti tra peruviani e italoperuviani. I toni si alzano, fino a quando spuntano anche i coltelli. Numerosi i video, poi postati sui social, che riprendono la lite avvenuta la sera di domenica, quando una giovane donna cubana di 21 anni e un connazionale di 37 sono stati circondati e rapinati da una decina di persone di origine sudamericana. Durante l’aggressione, la donna è rimasta appesa al vuoto dal secondo piano nel tentativo di sfuggire alla furia dei suoi assalitori.
All’arrivo dei carabinieri, i responsabili si erano già dileguati. Entrambi i feriti sono stati trasportati dal 118 con lesioni lievi (guaribili in circa dieci giorni): il 37enne ha riportato un taglio alla gamba causato da una scheggia di vetro.
Due risse in poche ore
Nella serata di lunedì la tensione ha superato ogni limite: verso le 20, una decina di persone è scesa in strada iniziato ad affrontarsi. Anche stavolta sono spuntate le armi nel corso della rissa. Sul posto è dovuta intervenire un’ambulanza, oltre a tre pattuglie della polizia, che però non hanno trovato nessuno. I sudamericani, infatti, sentendo le sirene sono fuggiti prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Ma, non appena i poliziotti sono andati via, ecco che i latinos hanno ripreso a discutere: poco prima delle 23 ancora una furiosa lite. I residenti, esasperati, hanno chiamato nuovamente il NUE 122 e sul posto sono intervenute di nuovo le volanti, ma, ancora una volta, all’arrivo degli agenti in via Eudo Giuglioli i peruviani erano spariti.
Dietro le quinte: un precedente già segnato
Il 3 maggio, poche settimane prima, un episodio simile aveva già turbato la zona: un borseggiatore travolto da un treno nella galleria fra Cinecittà e Anagnina, dopo una lite sfociata in violenza. Anche in quel caso, protagonisti giovani sudamericani in fuga, prima di finire sotto i vagoni. È questo il quadro di riferimento: un sottobosco di micro-criminalità lungo la metro A, dove bandi organizzano furti e spartizioni, e i telepass delle stazioni diventano teatri di scontri mai del tutto placati.
Cosa succede a Cinecittà?
Le ragioni di queste faide non sono ancora chiare. Alcuni parlano di spartizioni di bottini tra borseggiatori, altri di antichi dissidi tra famiglie sudamericane. Quel che è certo è che Cinecittà si è trasformata in una piccola arena, dove basta una scintilla per far esplodere la violenza. I residenti vivono con l’ansia di tornare a casa e trovare gruppi armati in strada. Da un lato, le denunce di chi abita nella zona: “Non possiamo più uscire a cena”, “I ragazzi hanno paura di prendere la metro da soli”. Dall’altro, una macchina investigativa che frena davanti all’assenza di video decisivi. In mezzo, le gang, che sanno già dove colpire senza essere riprese.
