Roma, “saldi” prima del 3 gennaio: sconti già in vetrina (e i divieti finiscono nel cassetto)
A Roma i “pre-saldi” sono già partiti, anche se la data ufficiale dei saldi invernali è venerdì 3 gennaio. Nei negozi di abbigliamento, elettronica e giocattoli spuntano promozioni e ribassi di ogni tipo, spinti dal pienone di turisti in città. Nessuno (o quasi) scrive “saldi” in grande, perché la parola è vietata nel periodo precedente, ma il messaggio è chiaro: comprare adesso conviene.
Vetrine furbe: non si dice “saldi”, ma si fa lo stesso
La scena è questa: cartelli con scritto “sconti”, “promo”, “occasioni”, “ultimi pezzi”, e magari un “-30%” messo bene in vista. La forma cambia, la sostanza no. Molti negozianti evitano la parola proibita per non esporsi, ma intanto anticipano le svendite con metodi più “morbidi”. E non finisce qui: ai clienti fidelizzati arrivano messaggi e inviti personalizzati, come a dire “passa prima degli altri”.
Il boom dei turisti e la corsa a fare cassa
In questi ultimi giorni di dicembre Roma è piena, e chi vende lo sa benissimo. Tra visite, passeggiate e shopping, i turisti entrano nei negozi con più facilità e meno diffidenza: spesso non conoscono regole e date, vedono lo sconto e comprano. Il risultato è una città che, mentre aspetta l’avvio ufficiale dei saldi, vive già una “mini stagione” di ribassi. Una spinta d’ossigeno per molte attività, ma anche un corto circuito di regole.
Cibo e dolci natalizi: qui lo sconto è già realtà
Diverso il discorso per gli alimentari: qui i ribassi sono sotto gli occhi di tutti e diventano quasi una consuetudine. Panettoni, pandori e torroni in molti punti vendita sono già scesi fino al 50%. È la classica corsa allo smaltimento delle scorte dopo Natale, e per le famiglie è una delle poche “occasioni vere” e immediate. In tempi di portafogli più leggeri, anche il carrello della spesa diventa terreno di caccia agli sconti.
Confcommercio: meno romani pronti a comprare, ma chi compra spende
Secondo un’analisi di Confcommercio basata su un sondaggio, il 65,7% dei consumatori dice che farà acquisti nel periodo dei saldi: è un calo rispetto al 69,2% dell’anno precedente. Tra chi comprerà, però, il cuore della spesa resta stabile: il 74% prevede di spendere tra 100 e 300 euro. La spesa media indicata è 176 euro, appena due euro in meno rispetto al 2025. Solo l’1,4% pensa di superare i 500 euro.
Il nodo politico: regole uguali per tutti o “liberi tutti”?
Qui la questione diventa politica, perché le regole o funzionano per tutti o diventano carta straccia. Confcommercio Roma, con il direttore Romolo Guasco, collega il calo di chi farà shopping non solo alle difficoltà economiche, ma anche alla crescita dell’online e proprio al fenomeno dei “pre-saldi” che anticipano la concorrenza. Eppure dal sondaggio emerge anche un dato “scomodo”: a oltre il 54% dei romani piacerebbe che ogni negozio potesse gestire i saldi più liberamente. Insomma: controlli più severi o deregulation?
Cosa finirà nei sacchetti: abbigliamento e scarpe comandano
Alla fine, i saldi restano soprattutto una partita su vestiti e calzature. Molti consumatori aspettano questo periodo per prendere ciò che avevano già in mente da tempo (49,2%). In cima alla lista ci sono prodotti di marca: abbigliamento (91%) e calzature (75%). Seguono cosmetici (52,5%) e accessori (42,6%). E intanto i negozi giocano d’anticipo: perché a Roma, prima ancora della data sul calendario, a parlare è la vetrina.