Roma, scappa dopo il furto: borseggiatore travolto e ucciso dalla metro A

Sarebbe stato un borseggiatore in fuga, l’uomo morto a Roma dopo essere stato travolto da un convoglio della Metro A diretto ad Anagnina e trovato nella serata di sabato 3 maggio, intorno alle 20:40. Un ladro in fuga, con un cellulare e un portafogli appena sottratti a una passeggera, che ha trovato una fine drammatica nella galleria della Metro A. L’uomo, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe imboccato il tunnel subito dopo aver messo a segno lo scippo, forse sperando di farla franca entrando dalla stazione di Cinecittà. Ma il destino gli ha riservato una fine terribile: travolto da un convoglio, è morto sul colpo, mentre il treno procedeva a piena velocità.
La scena che si è presentata ieri sabato sera agli occhi del macchinista ha poi lasciato poco spazio all’immaginazione: un corpo martoriato, una scarpa lontana, un braccio spezzato, sangue sui binari.

Accanto al corpo, un cellulare e un portafoglio rubati
I primi a intervenire sono stati gli agenti del Commissariato Casilino e i soccorritori dell’ARES 118, ma per l’uomo non c’era già più nulla da fare. Accanto al corpo sono stati trovati un telefono cellulare e un portafoglio intestato a una ragazza, che secondo le prime verifiche erano stati appena rubati. Un dettaglio che rafforza l’ipotesi investigativa: l’uomo, che secondo indiscrezioni sarebbe di origine sudamericana, sarebbe fuggito dopo uno scippo e avrebbe tentato di dileguarsi imboccando la galleria della metro, forse approfittando della mancanza di vigilanza in stazione.
L’investimento mortale
La sua fuga si è però interrotta poco dopo, quando un convoglio in transito l’ha investito in pieno, uccidendolo sul colpo. La circolazione dei treni è stata prima sospesa tra Cinecittà e Anagnina, poi limitata fino ad Arco di Travertino, per permettere i rilievi della Polizia Scientifica e la rimozione del cadavere. Il servizio è ripreso solo dopo mezzanotte.
La Metro come zona franca: allarme ignorato
Il caso, come sottolinea l’associazione “TrasportiAmo“, ha riacceso i riflettori su un problema sempre più evidente: le gallerie della metropolitana, soprattutto nei tratti periferici, sono diventate terra di nessuno. Luoghi dove si rifugiano scippatori in fuga, persone che vi si introducono indisturbate o addirittura vi compiono i propri bisogni fisiologici. Per i macchinisti, ogni giorno è un’incognita tra sicurezza e tensione.
Indagini in corso
La Polizia Scientifica è al lavoro per identificare con precisione la vittima e ricostruire l’esatta dinamica del furto e della fuga.