Roma, scavi alla casa del Jazz, si cercano anche figlio e fratello del boss, oltre al giudice scomparso

Casa del Jazz di Roma, foto il Post

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Roma, gli scavi sotto la Casa del Jazz, nella villa confiscata che fu dell’ex cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti, continuano a far riemergere interrogativi rimasti sepolti per decenni. La ditta incaricata di verificare l’eventuale presenza di resti umani avrebbe individuato l’accesso alla galleria principale: un dettaglio tecnico che, nella Capitale, si traduce subito in una domanda macabra e inevitabile. Quanti misteri, e quali, potrebbero essere finiti proprio lì sotto? La notizia è stata riportata dal quotidiano Il Corriere della Sera-Roma.

Il caso dimenticato del 1993: spariti zio e nipote

Prima della scomparsa di Paolo Adinolfi, il giudice del tribunale fallimentare svanito nel nulla il 2 luglio 1994, Roma aveva già conosciuto un’altra storia inquietante. Il 24 giugno 1993 i familiari denunciarono il mancato rientro di Francesco Nicitra, 34 anni, e del piccolo Domenico “Mimmo” Nicitra, 11: fratello e figlio di Salvatore Nicitra, figura considerata dagli inquirenti di quegli anni centrale nel giro di videopoker, usura e, secondo ricostruzioni investigative, anche in segmenti del traffico di droga.

La pista della ritorsione: “vendetta trasversale”?

All’epoca la prima ipotesi vagliata fu quella di un sequestro di ritorsione contro Salvatore Nicitra. Un’azione “trasversale”, cioè indiretta, che avrebbe colpito i congiunti per regolare conti, punire, oppure prevenire possibili “soffiate” o rese dei conti interne. In tre decenni, però, quel possibile luogo di occultamento non è mai stato individuato. Ed è qui che i tunnel sotto la Casa del Jazz tornano a pesare come un’ombra.

La coincidenza che riapre tutto: l’Operazione Colosseo

A rimettere in fila le date è Otello Lupacchini, il magistrato che guidò l’operazione Colosseo, la maxi-retata del marzo 1993 che decapitò la “bandaccia”. Lupacchini invita alla cautela, ma non chiude porte: “tutto è possibile”, osserva con la sua nota ironia, e sottolinea soprattutto un punto: la tempistica. Colosseo è di marzo, la scomparsa di Francesco e Mimmo avviene a giugno dello stesso anno. Coincidenze? Forse. Ma nelle guerre criminali le coincidenze, spesso, sono messaggi.

Il nodo affari: gioco d’azzardo e usura, il terreno comune

Secondo il giudice, il collegamento diretto tra Nicoletti e Adinolfi appare più lineare: gli interessi economici della villa e i circuiti finanziari della mala incrociavano l’attività di contrasto del magistrato scomparso nel 1994. Diverso—ma non impossibile—il discorso Nicitra: l’eventuale punto di contatto, dice Lupacchini, starebbe nel denaro che scorreva nelle attività “miliardarie” della Roma anni ’80-’90, soprattutto azzardo e strozzinaggio.

Scavi sospesi, attese altissime: un verdetto che riguarda più famiglie

Per ora i lavori a Villa Osio risultano sospesi, con l’intenzione di riprendere nei prossimi giorni. A seguire ogni passaggio non ci sono solo i familiari di Paolo Adinolfi, ma anche chi, da oltre trent’anni, aspetta una risposta per quei due nomi del 1993. Perché a Roma, a volte, la verità non sta negli atti: sta sotto terra. E quando una galleria si apre, può cambiare la storia di più di un caso.