Roma, schiaffi, strattoni, insulti e punizioni ai bimbi dell’asilo: maestra patteggia 2 anni

Dove dovevano esserci giochi e risate, c’erano minacce. Dove si imparano le prime parole, si sono sentiti urli. Nel nido di Via Francesco Pais Serra, in zona Val Melaina, nel III Municipio, convenzionato con il Comune di Roma, la quotidianità di alcuni bambini, molti dei quali sotto i tre anni, era fatta di schiaffi, punizioni e insulti. Le telecamere dei carabinieri hanno svelato un mondo al contrario: educatrici che invece di proteggere, umiliavano e strattonavano i piccoli fino a farli piangere disperati.
Una di loro, R.C., 41 anni, ha scelto di patteggiare due anni, ottenendo la sospensione della pena. Ha accettato un percorso rieducativo e deciso di devolvere una somma all’Unicef, chiudendo così la sua posizione. Nonostante la prima richiesta fosse stata respinta dal gup in estate, la nuova udienza di ottobre ha segnato la fine del procedimento per lei. Ma il caso non è ancora chiuso. Per gli stessi episodi restano imputate sue tre colleghe, G.B. (32 anni), M.L. (35 anni) e V.D.A. (41 anni), accusate di maltrattamenti in concorso. Hanno chiesto il rito abbreviato e per loro la sentenza è attesa il 24 ottobre.

Le indagini, dalla denuncia al video shock
Tutto è cominciato grazie all’intuizione di una psicologa, che lavora e vive proprio di fronte all’asilo. Giorno dopo giorno sentiva provenire pianti inconsolabili e grida fuori luogo, tanto da dover interrompere più volte le sue sedute. Quel sospetto si è trasformato in un esposto ai carabinieri del Nuovo Salario, che hanno subito avviato le indagini.
Gli investigatori hanno installato telecamere nascoste e, analizzando i filmati, hanno assistito a scene difficili da dimenticare. Maestre che insultano, strattonano e schiaffeggiano bambini minuscoli, puniti mettendoli accanto al water o in un angolo della classe. Gesti non sempre violenti, ma sufficienti a terrorizzare i piccoli, che restavano in silenzio per paura di subire la stessa sorte.
In un video si vede un bimbo di appena due anni lasciato da solo in bagno, in lacrime, mentre i compagni cercano di consolarlo. In un altro, metà classe piange allineata contro il muro, come in una scena da caserma, non da nido d’infanzia. Il Comune di Roma, coinvolto inizialmente come responsabile civile per via della convenzione con la struttura, è poi uscito dal procedimento. Intanto, i genitori dei venti bambini coinvolti attendono giustizia, costituiti parte civile nel processo.
L’avvocato: “Sentenza fin troppo clemente”
A parlare a margine del processo è l’avvocato Pierluigi Nazzaro, che difende le famiglie di alcuni bambini. “Per una vicenda così grave, una condanna di soli due anni con pena sospesa è fin troppo magnanima”. Inizialmente la richiesta di patteggiamento inoltrata dal difensore della donna era infatti stata rigettata, ma in un secondo momento è stata accolta. E ora, malgrado la gravità dei reati commessi, la maestra non passerà neanche un giorno in carcere o ai domiciliari.