Roma, schiaffo all’Eni: i distributori comunali vanno a bando

Roma, schiaffo all'Eni: i distributori comunali vanno a bando, foto Google Maps

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Da Roma schiaffo (tra l’altro doppio) all’Eni: i due storici distributori attivi su terreno di proprietà comunale e quindi soggetti a concessione pubblica situati nei pressi del Lungotevere, all’incrocio con piazza Righi, verranno riassegnati tramite bando. La lunga battaglia legale tra Eni e Campidoglio si conclude, quindi, con una netta sconfitta per la compagnia petrolifera di Stato. Difatti, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto, con due distinte sentenze di quest’oggi 5 maggio, altrettanti ricorsi presentati dalla compagnia di Stato contro il ‘No‘ del Comune a rinnovare le concessioni per mantenere attivi sotto il logo Eni i due storici distributori di carburante situati in Piazza Righi, uno da una parte, una dall’altra della carreggiata.

Parliamo di un’area situata ad appena 4 km dalla storica sede Eni di piazzale Enrico Mattei. La sentenza apre la strada alla riassegnazione delle preziose aree attraverso una procedura di evidenza pubblica. Non sappiamo se e in quale misura questa decisione del Campidoglio coinvolga, a questo punto, anche altri distributori situati sempre su terreno di proprietà del Comune di Roma.

Il nodo della concessione scaduta e del mancato rinnovo

La vicenda affonda le radici in un contenzioso amministrativo iniziato anni fa. Eni aveva presentato nel 2022 un’istanza per il rinnovo della concessione di suolo pubblico relativa ai due impianti di Piazza Righi. Il Campidoglio, tuttavia, aveva respinto tale richiesta agosto 2023, adducendo come motivazione principale la scadenza delle concessioni, risalente al 2009, e la successiva occupazione delle aree in regime di indennità. Un precedente parere del Dipartimento Tutela Ambientale aveva inoltre evidenziato una presunta incompatibilità dell’attività con la destinazione urbanistica dell’area.

La tesi di Eni e il verdetto del Tar

Eni aveva impugnato il ‘diniego’No’ del Comune, contestando la mancata considerazione di un presunto “diritto d’insistenza” nella concessione e sostenendo che l’area, per le sue caratteristiche, non potesse essere destinata ad altro uso se non quello di distributore di carburante, configurandosi come un servizio pubblico a rete.

Il Tar, tuttavia, ha respinto integralmente le argomentazioni della compagnia. I giudici amministrativi hanno chiarito che, sebbene l’area possa essere idonea ad ospitare un impianto di distribuzione, ciò non implica necessariamente che debba essere gestito da Eni, trattandosi di strutture “ordinariamente fungibili tra l’uno e l’altro gestore”.

Nessuna natura di “servizio pubblico” per la distribuzione carburanti

Il Tribunale ha inoltre smontato la tesi di Eni sulla presunta natura di “servizio pubblico” dell’attività di erogazione carburanti. Citando la normativa di settore che ha liberalizzato l’attività, il Tar ha sottolineato come manchino i presupposti fondamentali per configurare tale attività come un servizio pubblico in senso stretto, in quanto non sussiste un atto di assunzione da parte dello Stato o di altri enti pubblici in quanto ritenuta di interesse collettivo.

Eni, l’Amministratore De Scalzi

Via libera al bando pubblico per la riassegnazione

Con la sentenza del Tar, Roma ottiene il via libera per procedere alla riassegnazione delle aree di Piazza Righi. Il Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche Abitative dovrà ora avviare una procedura ad evidenza pubblica, in linea con le normative comunitarie e con il Regolamento sull’utilizzo degli immobili di Roma Capitale per finalità di interesse generale.

Questo significa che altre compagnie petrolifere o soggetti interessati potranno presentare le proprie offerte per la gestione dei due distributori, aprendo potenzialmente a nuovi scenari per la distribuzione di carburanti in una zona strategica della Capitale. Fermo restando, in ogni caso, che Eni ha facoltà di ricorrere al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia Amministrativa, contro tale sentenza di primo grado.

La mappa dell’area di Roma in cui si trovano i due distributori Eni con concessione comunale