Roma, scomparsa delle edicole, la Regione Lazio convoca sindacati e giornalisti: “Criticità massima”

A Roma le edicole chiudono una dopo l’altra, trascinando con sé pezzi di pluralismo e libertà d’informazione. Non è un problema di nicchia, ma una questione che riguarda la democrazia. La Regione Lazio ha deciso di accendere i riflettori su un settore in agonia, convocando un’audizione congiunta tra la III Commissione “Vigilanza sul pluralismo dell’informazione” e la XI Commissione “Sviluppo economico” per il prossimo 9 ottobre. Un incontro che non si annuncia come l’ennesima passerella istituzionale, ma come un momento cruciale per mettere nero su bianco i numeri drammatici del collasso.
Una Commissione al completo
Il presidente Claudio Marotta (Verdi e Sinistra – Europa Verde – Possibile) guiderà i lavori, affiancato dai vicepresidenti Marika Rotondi (Fratelli d’Italia) e Massimiliano Valeriani (Pd). Con loro i componenti Luciano Nobili (Italia Viva), Michele Nicolai, Maria Chiara Iannarelli e Giulio Menegali Zelli Iacobuzi, tutti in quota Fratelli d’Italia. Una composizione che fotografa un equilibrio fragile, dove forze politiche distanti dovranno trovare un terreno comune. L’obiettivo dichiarato: difendere un presidio sociale che, giorno dopo giorno, viene smantellato dall’indifferenza e dalla crisi economica.

Gli invitati in prima linea
Giovedì 9 ottobre, nella sala Etruschi del Consiglio regionale, saranno ascoltati sindacati e associazioni di categoria: Sinagi, Fenagi, Snag. Ma anche i colossi confederali – Cgil, Cisl, Uil e Ugl – insieme ai rappresentanti del giornalismo, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana al sindacato romano, fino all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Un tavolo largo, che unisce chi produce informazione e chi la distribuisce. Non si tratta solo di salvare i posti di lavoro dei rivenditori, ma di garantire ai cittadini l’accesso a una pluralità di voci.
Edicole in via di estinzione
A Roma, nel giro di dieci anni, sono scomparse oltre la metà delle edicole. Serrande abbassate, chioschi abbandonati, piccoli presidi culturali ridotti a rottami urbani. Al loro posto restano vuoti incolmabili, non solo sul piano commerciale ma soprattutto civile. L’edicola era punto di incontro, di confronto, di accesso immediato al sapere. La sua scomparsa significa consegnare l’informazione esclusivamente alle piattaforme digitali, governate da algoritmi opachi e da logiche di mercato sempre più aggressive.
Il nodo del pluralismo
La Commissione parte da una constatazione allarmante: senza edicole, il pluralismo si indebolisce. Il giornale di carta, con i suoi difetti e i suoi limiti, garantiva una pluralità che l’online non assicura. Le edicole svolgevano il ruolo di cerniera tra cittadini e informazione, presidio laico e democratico. Oggi invece la rete filtra, seleziona, riduce e soprattutto polarizza. Difendere le edicole significa difendere una forma di libertà che non può essere sostituita dai social network o dalle app di notizie.
Il peso della crisi economica
Non si può ignorare il contesto: calo delle vendite, aumento dei costi, contratti precari, concorrenza spietata delle piattaforme digitali. Una filiera allo stremo, schiacciata tra editori che tagliano e distributori che falliscono. Le edicole non sono più sostenibili con il solo margine delle copie vendute. Per molti esercenti, aprire ogni mattina è diventato un atto di resistenza. Eppure resistono, anche a costo di sacrifici enormi. La Regione Lazio, con questa audizione, è chiamata a dimostrare se intende davvero trasformare la retorica sulla “difesa del pluralismo” in interventi concreti.
Una sfida politica e culturale
Il tema non riguarda solo gli addetti ai lavori. È un banco di prova per la politica: se l’audizione resterà lettera morta, il segnale sarà devastante. Non solo per i giornalisti e i rivenditori, ma per i cittadini che rischiano di essere lasciati in balia dell’informazione filtrata da poche mani. La Regione ha il dovere di promuovere un piano di sostegno, innovazione e rilancio. Senza, le edicole diventeranno archeologia urbana, e con loro finirà un pezzo di democrazia quotidiana.
La posta in gioco
Giovedì, in soldoni, non si parlerà soltanto di edicole. Si parlerà del futuro del pluralismo a Roma. Di chi avrà voce e chi no. Della sopravvivenza di un’informazione libera, accessibile, vicina alle persone. Le serrande abbassate raccontano già una sconfitta, ma l’audizione può essere l’inizio di un cambio di passo. Non sarà facile, perché gli interessi in gioco sono enormi. Ma ignorare questa crisi significa condannare Roma a una desertificazione culturale senza ritorno.