Roma sconosciuta: storia, fantasmi e leggende della Torre del Quadraro

Nel cuore del quartiere Don Bosco, quasi schiacciata tra le auto in sosta e i palazzi popolari di Piazza dei Consoli, sorge una torre medievale che in pochi si fermano a guardare, ma che racconta una Roma diversa, popolare e leggendaria. È la Torre del Quadraro, conosciuta nel rione come “la torétta”, oggi sede del centro anziani “La Torretta”, ma un tempo punto strategico per il controllo del territorio e protagonista di storie oscure e suggestive, un vero e proprio baluardo dell’identità del territorio.
La funzione originaria della Torre del Quadraro
La Torre del Quadraro venne costruita nel Medioevo per controllare il primo tratto della Via Tuscolana, una delle più importanti vie di collegamento tra Roma e i Castelli. L’edificio faceva parte di un sistema difensivo e di comunicazione visiva che comprendeva altre torri, come quella di Centocelle, con la quale si ritiene fosse in diretto contatto. Le torri servivano non solo come punti di osservazione e avvistamento, ma anche come rifugi per viandanti e come segnalatori in caso di pericolo.

L’intera zona del Quadraro, all’epoca scarsamente popolata, era gestita in gran parte da ordini religiosi. Proprio da uno di questi deriva anche l’origine del nome.
Chi era Guadralis? L’uomo che diede il nome al Quadraro
Il nome Quadraro sembrerebbe derivare da G. G. Guadralis, personaggio poco noto ai più, ma citato nei documenti del XII secolo. Nel 1164, Guadralis ricevette in concessione il terreno dove oggi sorge la torre, direttamente dai monaci di Sant’Alessio. Si trattava di una zona strategica, e l’affidamento del sito a una figura di fiducia era una prassi consolidata. Con quella concessione, la torre entra nella storia scritta della città e comincia la sua lunga esistenza fatta di funzioni difensive, agricolo-residenziali e simboliche.
Sussurri, fantasmi e leggende: le apparizioni che circondano la Torre del Quadraro
Ma non è solo la storia ufficiale a rendere affascinante la Torre del Quadraro. La tradizione popolare romana ha tramandato racconti misteriosi e leggende legate alla torre, trasformandola in un luogo carico di suggestione. Si dice, ad esempio, che durante le notti di luna piena si possano sentire sussurri inspiegabili provenire dalle mura della torre. Secondo la credenza, si tratterebbe delle anime dei viandanti medievali che cercavano riparo tra quelle pareti e che, in qualche modo, non se ne sono mai andate.
La leggenda più nota è però quella della “dama velata”, un’apparizione misteriosa che, secondo alcuni testimoni, si manifesterebbe sulla sommità della torre. La figura, completamente avvolta in un velo, resterebbe immobile a osservare i passanti, per poi scomparire nel nulla. Non esiste alcuna prova concreta, ma il racconto è così radicato nella cultura del quartiere da essere considerato parte integrante della sua identità.
Fantasmi a Roma (1961): la torétta diventa set cinematografico con Gassman e Milo
A conferma dell’atmosfera spettrale che aleggia intorno alla torre, c’è anche il cinema italiano degli anni Sessanta. Nel film “Fantasmi a Roma” (1961), commedia grottesca diretta da Antonio Pietrangeli con Vittorio Gassman, Sandra Milo e Marcello Mastroianni, una scena venne girata proprio nei pressi della Torre del Quadraro. La pellicola, diventata un cult del cinema italiano, unisce elementi sovrannaturali e ironia, in perfetta sintonia con le leggende che circondano la torétta.
La scelta di ambientare una scena nel quartiere non fu casuale: il regista voleva un luogo che trasmettesse un senso di mistero urbano, lontano dalle bellezze patinate del centro storico. E la Torre del Quadraro offriva esattamente quell’atmosfera.
Dalla leggenda alla comunità: oggi è sede del centro anziani “La Torretta”
Dopo anni di abbandono e un lungo restauro, oggi la Torre del Quadraro è rinata come centro sociale, grazie alla gestione del Circolo Sociale Anziani del Municipio Roma VII. Ribattezzata “La Torretta”, ospita attività quotidiane per gli anziani, come giochi, incontri, corsi e momenti di aggregazione. Ma non solo: è diventata un polo culturale attivo, che propone eventi, mostre, reading e appuntamenti con la storia locale, contribuendo a mantenere viva la memoria del quartiere.