Roma, scritte anarchiche sul bus Atac: quell’indagine che parte dai Castelli Romani e arriva a Tesla

Il bus Atac coperto da scritte anarchiche, foto Welcome to Favelas

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Roma, scritte anarchiche sul bus Atac: quell’indagine che parte dai Castelli Romani e arriva a Tesla. Roma, quartiere San Lorenzo. È qui che, nella notte tra il 22 e il 23 maggio, un autobus Atac è stato preso di mira da ignoti che lo hanno vandalizzato con scritte anarchiche. “Fuori i carabinieri da San Lorenzo” e altre frasi inneggianti alla lotta contro le forze dell’ordine hanno imbrattato il mezzo pubblico in sosta in via dei Sardi, prima che anche le mura dei palazzi della zona venissero tappezzate di messaggi simili. Un episodio che, da subito, ha attirato l’attenzione degli inquirenti, perché non isolato, ma apparentemente legato a una più ampia strategia eversiva.

L’attenzione è massima. I carabinieri pattugliano il quartiere e monitorano le realtà antagoniste locali. Il timore è che quanto avvenuto sia il segnale di un’escalation già in corso da mesi, a cavallo tra il centro della capitale e l’area dei Castelli Romani.

L’incendio a Castel Gandolfo

Per comprendere la portata del fenomeno bisogna tornare indietro di qualche mese. Il 15 febbraio, nella tranquilla Castel Gandolfo, due auto dei carabinieri sono state incendiate all’interno della caserma locale. Le fiamme hanno avvolto i veicoli, causando danni pesanti e preoccupazione tra i residenti. A peggiorare la situazione, lo scoppio dei pneumatici ha alimentato il panico. Solo l’intervento tempestivo dei militari presenti ha evitato che l’incendio si estendesse agli edifici vicini. Un attacco frontale, diretto e mirato, senza rivendicazioni ma con un chiaro messaggio intimidatorio.

Questo episodio ha dato il via a un’indagine più ampia, coordinata dalla Procura di Roma e dal pool antiterrorismo, che ha iniziato a tracciare una possibile rete eversiva attiva tra Roma e provincia.

Albano, commissariato in fiamme

A meno di dieci giorni dal rogo di Castel Gandolfo, il 24 febbraio, un nuovo episodio scuote la cittadina di Albano Laziale. Questa volta nel mirino finisce il commissariato della Polizia di Stato. Un incendio di vaste proporzioni devasta il parco auto in dotazione agli agenti. Diciassette veicoli bruciati, danni ingenti, e la netta sensazione che la mano dietro l’attacco sia la stessa già vista a Castel Gandolfo.

Le modalità sono simili: fuoco appiccato con rapidità, diffusione veloce delle fiamme, assenza di testimoni diretti e nessuna rivendicazione ufficiale. Elementi che, secondo gli inquirenti, rafforzano l’ipotesi della pista anarchica. L’obiettivo? Colpire lo Stato nel suo simbolo più visibile: le forze dell’ordine.

Roma Est, il rogo alla Tesla

Il primo aprile, il fuoco torna a bruciare, stavolta nella zona di Roma Est. Un concessionario Tesla viene parzialmente distrutto da un incendio. La dinamica è, ancora una volta, fulminea. Ma è una scritta lasciata vicino all’ingresso a cambiare tutto: “FAQ Elon Musk”. Un chiaro segnale ideologico. Un attacco non solo materiale, ma simbolico, che fa risalire il gesto a una matrice ben definita.

Non si esclude nessuna pista, ma l’ombra della galassia anarchica torna prepotente. Gli inquirenti la considerano la terza tappa di una strategia pianificata, che adesso sembra giunta a Roma centro, con l’episodio di San Lorenzo.

Una rete eversiva in movimento?

Con quattro episodi in meno di tre mesi, la pista anarchica non è più solo un’ipotesi investigativa. Le indagini della Procura si sono estese, e i legami tra i vari atti vandalici cominciano a delinearsi. Non si tratta di azioni isolate, ma di una possibile rete eversiva attiva, capace di colpire in modo rapido, organizzato e con obiettivi selezionati.

Nel mirino, finora, ci sono le forze dell’ordine e simboli del potere economico e tecnologico. Le scritte apparse a San Lorenzo rappresentano un salto qualitativo: non più attacchi nascosti, ma una dichiarazione di presenza. Un messaggio chiaro, forse un avvertimento.

Gli inquirenti scavano nel sottobosco dei movimenti antagonisti e anarchici romani. E intanto la città si interroga: cosa c’è davvero dietro questi incendi? E quanto è vicina la prossima scintilla?