Roma segreta: la storia misteriosa del Monte del Grano tra mito e archeologia

Nel cuore del quartiere Tuscolano a Roma, tra i vialetti del Parco di Piazza dei Tribuni, si cela una collinetta dall’aspetto innocuo che in realtà custodisce uno dei più grandi monumenti sepolcrali dell’antica Roma: il Mausoleo di Monte del Grano. Si tratta del terzo mausoleo a tumulo per grandezza nella Capitale, subito dopo quelli di Augusto e Adriano. Un luogo che unisce archeologia e mito popolare, diventando parte del tessuto culturale della città.
Il Mausoleo di Monte del Grano
Esternamente appare come un semplice rilievo erboso alto circa dodici metri, ma in origine il tumulo era rivestito in travertino e materiali decorativi, poi asportati nei secoli. All’interno si conserva un lungo corridoio d’accesso di oltre venti metri, che conduce a una camera funeraria circolare di dieci metri di diametro. Qui due lucernari obliqui fornivano aria e luce, mentre la volta a botte e la struttura su due livelli raccontano la complessità architettonica dell’edificio.

Il mausoleo è oggi noto soprattutto per il ritrovamento, nel Cinquecento, di un sarcofago marmoreo finemente scolpito. Il coperchio mostra due figure semidistese, un uomo e una donna. La tradizione identificò in essi l’imperatore Alessandro Severo e sua madre Giulia Mamea. Il sarcofago è ora custodito ai Musei Capitolini, ma la datazione della tomba resta discussa: alcuni studi rimandano addirittura al II secolo d.C., in epoca adrianea, quindi prima del regno di Alessandro Severo.
La leggenda del monte di grano trasformato in terra come punizione divina
Il nome “Monte del Grano” deriva dalla forma del tumulo, che ricordava un enorme contenitore di granaglie, il modius grani. Ma il popolo romano ha tramandato una versione più suggestiva. Secondo la leggenda, qui si ergeva davvero un monte di grano, raccolto in gran quantità e destinato a nutrire intere comunità. Gli abitanti però lo mietettero di domenica, giorno sacro, e per questo furono colpiti da una punizione divina: il grano si trasformò all’istante in polvere e terra, dando origine al tumulo che vediamo oggi.
Questa credenza popolare, tramandata di generazione in generazione, ha reso il sito non solo un monumento archeologico ma anche un simbolo di memoria collettiva, in cui sacro e profano si intrecciano. Tra certezze storiche e leggende popolari, il Mausoleo di Monte del Grano rimane una delle testimonianze più affascinanti e misteriose della Roma antica.