Roma, sequestra l’ex in un b&b e la minaccia: “Sporgiti dalla finestra, così ti spingo meglio”
L’amore che finisce, l’ossessione che resta. Con il controllo e la violenza psicologica. Una spirale lunga quattro anni, fatta di telefonate notturne, appostamenti, minacce di morte e paura quotidiana, che ha tenuto prigioniera una ragazza romana. Un incubo iniziato quando la giovane era ancora minorenne e culminato in una stanza di un b&b di Roma, dove una ragazza viene trattenuta contro la sua volontà e minacciata dall’ex fidanzato. Per questa vicenda, il tribunale ha condannato a otto mesi un trentenne per stalking aggravato.
La fine della relazione e l’inizio dell’incubo
Lui è Stefano S., oggi trentenne, nato a Torino e residente in provincia di Catanzaro. Lei è una ragazza romana, classe 2003. Come racconta il Messaggero, quando la relazione si interrompe, nel marzo 2019, non accetta la decisione della ragazza. Parte così una persecuzione continua che accompagnerà la giovane per anni, anche quando è ancora minorenne. Telefonate a raffica, spesso anonime. Messaggi incessanti, anche di notte. Contatti ripetuti sui social network, nonostante i blocchi. E poi gli appostamenti: sotto casa, nei bar vicino all’abitazione, fuori scuola, lungo il tragitto quotidiano.
Nel settembre 2019 lui arriva a Roma e la intercetta alla fermata della metro Flaminio. La ragazza, che ha solo 16 anni, ha un malore. Secondo l’accusa, approfitta di quel momento per portarla in una camera d’albergo, dove l’avrebbe sequestrata e violentata. I giudici non riconosceranno questi reati, ma la persecuzione non si fermerà. Anzi. Nel dicembre 2021, per aggirare i blocchi, l’uomo crea profili falsi su Instagram. Un modo per continuare a controllarla, a comparire nella sua vita anche quando lei prova a chiudere ogni contatto.
Il sequestro e la minaccia dalla finestra
Nel giugno 2022 c’è un riavvicinamento. I due trascorrono un periodo insieme in Calabria, ma la situazione degenera in fretta. Durante una lite, le ordina di stare zitta e le dà uno schiaffo. Da lì riparte tutto: videochiamate ossessive, messaggi continui, tentativi di controllo, divieti di uscire con le amiche. Le minacce si allargano. Non solo a lei, ma anche ai familiari. “Vengo sotto casa tua”, “faccio scendere tuo padre”, “gli do due pizze in faccia”. Frasi che finiscono agli atti e che raccontano una violenza verbale sempre più esplicita.
Quando la ragazza decide di lasciarlo di nuovo, nel settembre 2022, la reazione è ancora peggiore. Lui si presenta di notte sotto casa, la insulta su Whatsapp con parole volgari e degradanti. Il giorno dopo torna lì, le manda foto per dimostrarle che è sotto l’abitazione e riesce a convincerla a seguirlo in un b&b. Dentro quella stanza, secondo il racconto della vittima, resta bloccata per tre ore. Le frasi pronunciate fanno gelare il sangue: “Sei disobbediente”, “sporgiti dalla finestra così ti posso spingere bene”, “da quando ci siamo lasciati sei solo un problema”.
Le ultime minacce e la condanna
La denuncia non basta a fermarlo subito. A febbraio 2023 le minacce si spostano sul nuovo fidanzato della ragazza: “Se mi dice qualcosa è l’occasione giusta che gli faccio male”. Un’escalation che, secondo i giudici, ha generato nella vittima un perdurante stato di ansia e paura, costringendola a cambiare numero di telefono, a isolarsi, a modificare le abitudini di una vita intera.
I giudici della quinta sezione hanno riconosciuto il reato di stalking aggravato, condannando l’imputato a otto mesi di reclusione. Un verdetto lontano dalla richiesta dell’accusa, che aveva chiesto nove anni, ma che certifica una lunga scia di condotte persecutorie. Per la vittima restano gli effetti più difficili da cancellare: ansia costante, paura, isolamento, il cambio di numero di telefono, abitudini stravolte. Una vita riscritta per difendersi. È l’ennesima storia che racconta quanto la violenza sulle donne non inizi mai all’improvviso. Parte da un “non accetto la fine”, cresce nel silenzio, e troppo spesso viene presa sul serio solo quando è già arrivata troppo lontano.