Roma, sequestri record tra Porta Portese e Villa Pamphilj per abusivismo commerciale

Roma, abusivismo

La stretta contro l’abusivismo commerciale si è fatta sentire forte e chiara nelle ultime ore, quando la Polizia Locale di Roma Capitale ha passato al setaccio due delle aree più sensibili della città: il mercato domenicale di Porta Portese e la zona interna di Villa Doria Pamphilj. Qui le attività illegali continuano a ripresentarsi con ostinazione, costringendo gli agenti del XII Gruppo Monteverde a un presidio costante, anche mentre gestivano in parallelo il servizio per un corteo che attraversava l’intero quartiere.

I controlli sono stati condotti insieme al GSSU, Gruppo Sicurezza Sociale Urbana, con un dispiego di pattuglie che ha permesso di intercettare e bloccare una lunga serie di vendite abusive, restituendo ordine a due aree che, ogni fine settimana, vengono letteralmente prese d’assalto.

A Porta Portese oltre 5mila pezzi sequestrati

A Porta Portese la scena si è ripetuta quasi come un rituale, ma stavolta i numeri sono stati impressionanti: circa 5mila articoli sequestrati, un mosaico di materiali recuperati dai cassonetti — abbigliamento usato, scarpe consunte, piccoli oggetti maleodoranti — che gli agenti hanno ritenuto igienicamente non trattabili. Tutto destinato alla distruzione tramite Ama, perché impossibile da rimettere in circolo senza rischi sanitari.

Accanto a questa montagna di rifiuti trasformati in merce, gli agenti hanno intercettato anche prodotti contraffatti delle grandi firme: borse, portafogli, profumi, giacche, cappelli. Ogni pezzo, accuratamente esposto come fosse autentico, rientra ora in un sequestro penale che punta a frenare un mercato parallelo in continua espansione.

A Villa Pamphilj 30 persone fermate e 120 chili di cibo irregolare sequestrati

Il quadro è stato altrettanto significativo a Villa Pamphilj, soprattutto nella zona vicino a via Leone XIII, dove la vendita abusiva di cibi preparati al momento si è trasformata in una pratica abituale. Gli agenti hanno fermato e identificato 30 persone, perlopiù cittadini peruviani che proponevano piatti caldi ai loro connazionali, ignorando completamente regole igienico-sanitarie e autorizzazioni.

Sul posto sono stati rinvenuti alimenti come carne e patate cotte, tutti privi di tracciabilità e conservati in contenitori improvvisati, ben lontani dagli standard minimi di sicurezza. Il sequestro ha superato i 120 chili di alimenti, a cui si sono aggiunte 150 bevande, in gran parte birre vendute senza alcun titolo.