Roma sfila a ‘Mister Asfalto’ la Pineta di Ostia, ma lo stop arriva solo dopo 11 giorni dai clamorosi arresti

Roma sfila a ‘Mister Asfalto’ la Pineta di Ostia, ma lo stop arriva solo dopo 11 giorni dai clamorosi arresti. È solo l’11° giorno dopo l’arresto, precisamente il 6 giugno 2025, che il Campidoglio si decide ad agire concretamente: l’ordinanza capitolina revoca formalmente in autotutela l’affidamento alla società ‘La Fenice srl’ l’appalto con cui il Campidoglio stesso gli aveva affidato il recupero di una parte della Pineta di Ostia. Una decisione tardiva, arrivata quando l’indignazione pubblica e il clamore mediatico avevano già spinto molti a chiedere spiegazioni, tra cui molti cittadini e i sottoscritti (Leggi la nostra inchiesta del 2 aprile scorso).
Roma sfila a ‘Mister Asfalto’ la Pineta di Ostia, ma con troppa lentezza?
L’arresto di ‘Mister Asfalto‘, ossia dell’imprenditore dei Castelli Romani M.P., attivo tra Frascati e Albano Laziale, ha avuto luogo difatti lo scorso 26 maggio. Oltre a M.P, la Procura di Roma ha spedito in carcere anche la sua presunta ‘rete’ di fiancheggiatori composta da altri quattro soggetti che avrebbero corrotto funzionari capitolini e due poliziotti con orologi di lusso e presunte mazzette. Il tutto per ottenere più appalti e soldi. La Procura di Roma ha fermato, infine, 17 tra società e consorzi che sarebbero a lui collegati con una interdittiva specifica (i cui termini, però, ad oggi non sono ancora pubblici).

M.P. è una figura già ben conosciuta nell’ambiente giudiziario e mediatico almeno da novembre scorso, quando l’eco dell’inchiesta della Procura di Roma arrivò sui media e tv nazionali e locali.
La revoca dell’affidamento, firmata dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, segna la fine di un maxi appalto del valore di 1,2 milioni di euro per la riqualificazione e la messa in sicurezza di una porzione della Pineta di Ostia.
Le ombre della Procura di Roma dalla Pineta di Ostia si allungano fino alla Riders Cup di di Guidonia 2023
L’inchiesta condotta dalla Procura di Roma getta ombre pesanti sulla gestione di alcuni appalti e lavori pubblici, in particolare il rifacimento al rifacimento delle strade di Roma con asfalto troppo fino e/o annacquato. Un filone di indagine dentro cui rientrerebbe anche il rifacimento dell’asfalto di varie strade di Guidonia per la Riders Cup di Golf 2023 e che coinvolgerebbe – in condizionale è d’obbligo – anche Astral, l’azienda pubblica della Regione Lazio.
Ma nonostante le manette, gli appalti che gli sono stati affidati direttamente o indirettamente (per via di società e consorzi collegati) tra novembre 2024 e maggio scorso – con i quali certe società si stavano ‘riconvertendo’ dal grigio-asfalto al verde delle Riserve Naturali di Ostia e dei Parchi del centro di Roma come villa Ada – faticano evidentemente ad essere revocati dal Campidoglio.

Una gestione opaca della Pineta di Ostia? Il Campidoglio tra gli alberi con il presidente Mattarella
La vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza e la tempestività delle scelte amministrative della Giunta Gualtieri e del Campidoglio. Dopo l’arresto di M.P., nessun provvedimento immediato era stato preso. La revoca, pur doverosa, arriva quando i riflettori giudiziari sono ormai puntati su quel tratto di Ostia, da tempo al centro di controversie tra interessi economici, ambientalisti e piani urbanistici.
E dire che appena lo scorso 31 maggio proprio nella Pineta di Ostia si è recato il presidente della repubblica Sergio Mattarella, in compagnia del sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi. Del resto, la Pineta di Ostia confina con la tenuta del Presidente della Repubblica Italiana.
La Pineta di Ossia otto assedio
La Pineta di Ostia non è un’area verde qualunque. Parco protetto e simbolo naturalistico del litorale romano, da anni è minacciata da incendi, abusivismo e interventi discutibili. Il progetto affidato a M.P. e ora per fortuna revocato anche se in ritardo prevede l’abbattimento e la ripiantumazione di alberature, il rifacimento dei sentieri e nuovi impianti di illuminazione.
Ora il cantiere è sospeso e sarà la Direzione Ambiente del Campidoglio a decidere come procedere. Resta il dubbio su come sia stato possibile, ancora una volta, affidare lavori così delicati senza un controllo preventivo più rigoroso. Nonostante gli allarmi lanciati, oltreché dalla procura di Roma, anche dall’ANAC-Autorità Nazionale Anti Corruzione.
Un sistema da rivedere
Il caso Ostia e villa Ada sono solo l’ultimo esempio di un sistema che fatica a garantire trasparenza negli appalti pubblici. Nonostante le norme esistano, la loro applicazione resta lenta e, spesso, reattiva solo dopo l’esplosione di uno scandalo. La revoca a posteriori, per quanto legittima, evidenzia una macchina amministrativa che procede con inerzia, incapace di prevenire?
Intanto, la città osserva l’ennesima ferita aperta in uno dei suoi polmoni verdi. E si interroga su quanto ancora dovrà accadere prima che il Campidoglio impari a vigilare prima, non solo a intervenire dopo.
