Roma, sfuma il nuovo Centro Sportivo all’Axa: il Tribunale conferma il ‘No’ del Campidoglio

Roma, sfuma il progetto di un nuovo e maxi Centro Sportivo all’Axa, nel cuore del Municipio X. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha respinto il ricorso presentato dai proprietari dei terreni interessati, confermando il ‘No‘ già espresso dal Comune di Roma nel 2021, una prima volta, e poi ancora nel 2022. La vicenda affonda le radici in una lunga storia urbanistica: la lottizzazione originaria dell’area risale, difatti, al lontano 2008, a seguito del nuovo Piano Regolatore Urbano – PRG approvato sul finire del mandato dell’allora sindaco Valter Veltroni.
La richiesta di costruire il complesso sportivo – che poggiava sulla vecchia pianificazione urbanistica di Veltroni – è invece molto più recente. Ma è stata bloccata dagli uffici capitolini.

Il nodo del “verde privato attrezzato” a Roma
L’area interessata è inserita nel Piano Regolatore Generale del 2008 come “verde privato attrezzato”, una destinazione che consente interventi edilizi solo se progettati in maniera unitaria su tutta la zona omogenea e non su singoli lotti. Questa prescrizione, contenuta nell’articolo 87 delle Norme Tecniche di Attuazione, ha rappresentato il principale ostacolo al nuovo Centro Sportivo.
Secondo il Comune di Roma, l’intervento proposto all’Axa dai privati non rispettava tale requisito e, per questo, il permesso di costruire non poteva essere rilasciato.
Il precedente della “Piccola Palocco”
A complicare il quadro c’è la cosiddetta variante urbanistica “Piccola Palocco”, un progetto avviato anni fa per trasformare parte delle aree circostanti da verde privato attrezzato a zone residenziali e commerciali. Nonostante conferenze di servizi e interventi di un Commissario ad Acta, la variante non è mai stata formalmente approvata.
I ricorrenti sostenevano che i loro terreni fossero stati esclusi dal perimetro di questa trasformazione e che, di fatto, non facessero più parte dell’originaria area vincolata. Il Tar, tuttavia, ha rilevato che non esistono prove documentali sufficienti a confermare questa esclusione.
La posizione del Comune
Il Comune di Roma ha ribadito che, fino alla conclusione formale della variante, l’area resta a tutti gli effetti verde privato attrezzato. Anche eventuali trasformazioni “di fatto” delle zone limitrofe non possono modificare una destinazione urbanistica senza un atto ufficiale.
Il Comune di Roma ha inoltre contestato la ricostruzione dei ricorrenti, sottolineando che nei documenti ufficiali non risulta alcuna esclusione delle particelle di terreno interessate dal progetto sportivo.
Le ragioni del rigetto
Per i giudici amministrativi, la situazione è chiara: al momento della richiesta, nel 2022, e ancora oggi, i terreni ricadono nella stessa classificazione urbanistica del 2008. In assenza di una variante approvata, le norme del PRG restano pienamente valide.
Di conseguenza, un progetto isolato su un singolo lotto non può essere autorizzato. Il Tar ha quindi respinto l’unico motivo di ricorso, giudicando infondate anche le argomentazioni sulla presunta “accessorietà” fisica delle aree rispetto a quelle già edificate.
Una decisione definitiva
Con la sentenza, il Tar non solo conferma il ‘No‘ del Campidoglio, ma condanna i ricorrenti al pagamento delle spese legali per 2.000 euro. La vicenda segna così la fine, almeno per ora, delle ambizioni di vedere nascere un nuovo Centro Sportivo all’Axa.
Per qualsiasi sviluppo futuro sarà necessario attendere la conclusione dell’iter della variante “Piccola Palocco” o l’approvazione di un nuovo strumento urbanistico.
I ricorrenti, in ogni caso, hanno facoltà di presentare ricorso al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia amministrativa, contro tale sentenza del Tar di primo grado.
