Roma si blocca per il Corteo per Gaza di sabato 4 ottobre: le strade interessate, caos anche davanti agli ospedali

Sciopero per Gaza

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Roma si prepara a vivere un sabato ad altissima tensione. Il 4 ottobre la capitale sarà attraversata dal corteo nazionale per Gaza, con partenza prevista alle 14.30 da Porta San Paolo. Una mobilitazione che, secondo le stime della Questura, richiamerà migliaia di persone da tutta Italia: studenti, sindacati di base, centri sociali e gruppi antagonisti da Palermo a Venezia. La parola d’ordine è netta: “Stop al genocidio, fermiamo il sionismo con la resistenza”.
Il Viminale ha già acceso l’allerta. Oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi incontrerà prefetto e questore per definire un piano sicurezza capace di tenere sotto controllo un corteo che promette numeri imponenti e rischi concreti di blocchi selvaggi.

Strade e traffico di Roma sotto assedio

L’impatto sulla viabilità sarà devastante. La manifestazione occuperà assi cruciali del centro e metterà in ginocchio la mobilità urbana. Intere aree verranno chiuse al traffico, con deviazioni che riguarderanno sia i mezzi pubblici che le auto private. Particolarmente sensibili i quadranti a ridosso di Ostiense, Aventino e Testaccio: arterie strategiche che, una volta presidiate dai manifestanti, rischiano di trasformarsi in trappole di lamiere e clacson.
La parola d’ordine che rimbalza dagli organizzatori è “blocchiamo tutto”. Un messaggio che, se tradotto nei fatti, potrebbe paralizzare per ore la circolazione della capitale, mettendo a dura prova cittadini, commercianti e turisti.

Il fronte caldo degli ospedali di Roma

Non meno delicato il nodo degli ospedali di Roma. Giovedì 2 ottobre, a due giorni dal corteo, medici e infermieri scenderanno in piazza con un flash mob in contemporanea davanti a decine di strutture sanitarie. Una protesta simbolica ma dall’impatto dirompente, che rischia di intasare le zone nevralgiche della città.
Al San Giovanni sono attesi oltre 120 tra camici bianchi e operatori. Al Policlinico di Tor Vergata si raduneranno in 65, mentre davanti al San Camillo saranno almeno 51. Altri 35 davanti al Sant’Andrea, 30 all’Umberto I, 20 al San Filippo Neri e 22 al San Giovanni di Dio a Fondi. Senza contare i 47 medici previsti all’ospedale di Viterbo.
Un mosaico di presidi che, pur pacifici, costringerà le forze dell’ordine a predisporre un imponente piano viabilità attorno alle strutture ospedaliere, già di per sé congestionate.

Un crescendo di tensione su Roma

Intanto le iniziative pro Palestina si moltiplicano giorno dopo giorno. Ieri Monteverde è stato attraversato da un corteo studentesco che ha scandito slogan antifascisti per le vie del quartiere. In serata, piazza dell’Immacolata a San Lorenzo è stata teatro di un presidio animato fino a tarda notte.
Giovedì prossimo, sempre a Roma, il coordinamento cittadino di lotta per la casa manifesterà in piazza del Campidoglio contro gli sfratti. Un tassello ulteriore in un mosaico di proteste che, secondo i promotori, deve convergere in un’unica parola d’ordine: “blocchiamo tutto”.

Roma sull’orlo del caos

Se l’obiettivo dichiarato è quello di illuminare simbolicamente “la notte di Gaza”, il rischio concreto è che Roma finisca inghiottita nel buio del caos viario e della paralisi urbana. Ospedali, assi di collegamento, piazze strategiche: ogni snodo sembra destinato a trasformarsi in un punto caldo.
Le istituzioni tentano di rassicurare, ma la sensazione diffusa tra cittadini e commercianti è che sabato la città sarà ostaggio di cortei, presidi e blocchi improvvisi. L’ennesima prova di resistenza per una capitale già logorata da una mobilità fragile e congestionata. Roma si prepara così a vivere una giornata di passione: tra sicurezza da garantire, traffico da gestire e un clima politico che non accenna a raffreddarsi, il 4 ottobre rischia di diventare un sabato nero per la capitale.