Roma, si fingono carabinieri e rapinano due coniugi nel campo nomadi di villa Gordiani: arrestati due poliziotti e due complici
Due agenti della Polizia di Stato, già ai domiciliari per altre questioni, sono risultati destinatari di una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma, in merito ad una rapina pluriaggravata, ai danni di due coniugi. I due, assieme ad altri due complici, uno marocchino e uno croato, anch’essi indagati, avrebbero infatti, abusando del loro titolo, rapinato una coppia nella loro abitazione sita in un campo nomadi della Capitale, a villa Gordiani. Gli indagati avrebbero asportato dall’abitazione ben 6 orologi di lusso tra cui 5 rolex e 1 Cartier, oltre alla somma di 5.000 euro.
La rapina
Gli indagati si erano introdotti all’interno dell’abitazione dei due coniugi, sita all’interno del Campo Nomadi di via dei Gordiani e si qualificavano, come Carabinieri dei Parioli, indossando un distintivo delle Forze dell’Ordine al collo, con il pretesto di dover procedere a perquisizione domiciliare finalizzata alla ricerca di armi e di droga. Hanno agito mediante minaccia, insita nell’atto autoritativo e mediante violenza. Quest’ultima consistita: nel costringere le persone offese e i loro figli minori a rimanere all’interno dell’alloggio e nel chiudere anche la porta di ingresso, nonché nel gridare contro la persona offesa, che aveva messo in dubbio che fossero realmente carabinieri, tanto da cagionare alla stessa un malore e a suo figlio, di anni dodici, una fuoriuscita involontaria di urina per lo spavento. Dopo aver messo in atto ciò, gli indagati si impossessavano della somma di € 5.000,00 e di ben sei orologi, di cui cinque “Rolex” e un “Cartier”. I beni erano custoditi in un pannello che gli indagati hanno smontato con un trapano.
Le indagini che hanno portato all’identificazione dei soggetti coinvolti nella rapina
I militari dell’arma hanno eseguito approfondite indagini, coordinati da magistrati della Procura della Repubblica di Roma, del dipartimento “Criminalità diffusa e grave”, con l’ausilio della Squadra Mobile di Roma. Le attività investigative, fondate sulle dichiarazioni della persona offesa, sulla acquisizione e visione dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona, nonché sull’analisi approfondita di tabulati telefonici e delle copie forensi di dispositivi in uso agli indagati, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro uomini, per il reato di rapina in abitazione, pluriaggravata essendo stato il fatto commesso in più persone riunite, all’interno di un luogo di privata dimora, abusando dei poteri e violando i doveri inerenti alla pubblica funzione e cagionando alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravità.
Il ruolo di un basista che indicava da chi andare a rubare
Grazie al lavoro dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia si è giunti, non solo all’identificazione di tre dei quattro presunti autori materiali del reato ma anche del basista, un soggetto croato. Quest’ultimo aveva fornito ai complici dettagliate informazioni circa l’obiettivo da “perquisire” e i nascondigli utilizzati dalle vittime per custodire gli oggetti di valore. Il croato era inoltre già stato sottoposto a perquisizione nel luglio del 2025, in quanto ritenuto indiziato della detenzione di un’autovettura oggetto di furto su cui erano state applicate le targhe contraffatte di un veicolo della stessa marca, modello e colore.