Roma, si rinnova l’appuntamento di Ferragosto al Palo della Morte

Verdone un sacco bello

“Bhe ancora a casa stai? Come non sai se vieni? Crisi de che?”. L’appuntamento è sempre lo stesso, alle 9 del 15 agosto, il luogo è iconico: il pallo della morte.

Magari nessuno dei presenti arriverà a Cracovia, passando per la Val di Chiana e Bolzano (con riposo di due ore col fresco), ma sarà sicuramente l’occasione per ritrovarsi nel ricordo di una delle scene più iconiche del cinema italiano che quest’anno compie 45 anni. 

Il palo della morte

Da qualche anno il traliccio dell’alta tensione nel quartiere di Vigne Nuove non c’è più, al suo posto dal 2020 è stata posta una targa inaugurata dallo stesso Verdone per i quarant’anni dall’uscita del film.

Nel 1980 usciva nelle sale italiane “Un sacco bello”, il debutto di Carlo Verdone alla regia. Il film fu un successo e alcune battute sono entrare nell’immaginario collettivo italiano. Verdone ha avuto la capacità di raccontare Roma e i romani: la vita quotidiana della Capitale è diventato il set che hanno reso immortali i suoi film. 

“Un sacco bello” è questo, un ragazzo che al semaforo distribuisce i volantini alla ricerca di offerte per la sua comunità hippie e viene ritrovato dal padre “eccessivamente” premuroso (il compianto Mario Brega), a Leo che deve prendere l’autobus per andare al mare a Ladispoli, poi c’è Enzo pronto a partire con Sergio (interpretato dall’indimenticato Renato Scarpa). 

Si rinnova l’appuntamento di Ferragosto

Quest’anno si rinnova l’evento che si è ormai consolidato come tradizione. Dal 2015 ogni anno i fan si danno appuntamento in via Conti, di fronte ai Cilindri di Vigne Nuove, il giorno di Ferragosto. È l’occasione per stare in buona compagnia, scambiarsi aneddoti.  A lanciare l’iniziativa è stato il gruppo di fan i colossi della commedia, pubblicando sulla pagina facebook la rigorosa “tabella di marcia: Palo della morte, Vardechiana, Borzano, Cracovia”, il resto è storia. Per centinaia di persone a ferragosto è una tappa fissa. Magari non abbiamo la Dino Spider né biro né calze in nylon, ma non mancate, perché in fondo siamo un po’ tutti “l’amico di Martucci”.

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