Roma, “Si svegli, siamo al capolinea”: botte, sassate e bottigliate all’autista del tram 514

Lo ha aggredito selvaggiamente e senza motivo. E quello che doveva essere un normale turno di lavoro si è trasformato in un incubo per un autista Atac. È successo ieri mattina a Roma, sulla linea 514, al Quarticciolo, dove un uomo fuori controllo ha scatenato un vero e proprio assalto al tram. Sassi, bottiglie e vetri in frantumi. Un’aggressione feroce avvenuta in pieno giorno, che riporta al centro il tema scottante della sicurezza del trasporto pubblico e del degrado nei capolinea della Capitale.
Una corsa normale. Poi l’inferno
Era l’ultima corsa verso il capolinea Togliatti, intorno alle 10:30 del mattino, quando Alessandro – 46 anni, con alle spalle 24 anni in Atac – ha notato qualcosa di strano. Un passeggero era rimasto addormentato a bordo del tram, immobile, nonostante le ripetute fermate. Sembrava semplicemente un senzatetto bisognoso di riposo, forse ubriaco o sotto effetto di droghe.

Il conducente ha provato a svegliarlo bussando con l’anello contro il vetro. Ma quello che sembrava un gesto banale ha innescato la furia cieca dell’uomo. Il 48enne, di origine marocchina, si è lanciato contro di lui, costringendo Alessandro e un collega a scortarlo fuori con fatica. Sembrava finita lì. Ma era solo l’inizio.
Una furia armata di bottiglie
Il tram fa appena in tempo a riposizionarsi al capolinea per la corsa successiva. Quando Alessandro guarda avanti, l’uomo è di nuovo lì. Stavolta armato. Nelle mani stringe bottiglie e sassi, pronto a colpire.
«Lanciava tutto contro i vetri», racconta il conducente. «Quando sono esplosi, i frammenti mi hanno colpito alla schiena e alle braccia. Ho provato a coprirmi, accovacciato sui comandi, ma una sassata mi ha centrato in pieno alla testa».
Un’aggressione che pareva senza fine, con il tram trasformato in un bersaglio. L’uomo, in preda al delirio, mirava ai finestrini aperti, cercando di colpire il conducente con ogni oggetto a portata di mano. Alessandro riesce a fuggire dal mezzo e chiama il 112. Quando arrivano i Carabinieri di Tor Sapienza, l’aggressore è ancora lì, intento a devastare il tram.
Ferito e sanguinante, ma ancora al suo posto
Il bilancio è pesante: ferite da taglio al braccio e alla schiena, colpo alla testa, sangue ovunque. L’autista viene portato al pronto soccorso dell’ospedale Vannini e sottoposto a tac cranica per valutare i traumi. La prognosi è di sette giorni, ma il danno psicologico va oltre le ferite fisiche.
Una città dove chi guida i mezzi pubblici è lasciato solo
Quello di ieri non è un episodio isolato. Solo negli ultimi mesi, diversi conducenti Atac sono stati picchiati, minacciati, aggrediti con bastoni, bottiglie e pugni, soprattutto nei capolinea più difficili come Papiri, Laurentina, Tor Pagnotta. I sindacati lo denunciano da tempo: servono presidi di sicurezza permanenti e un vero piano per contrastare il degrado urbano che affligge i terminal del trasporto pubblico. Ma finora, poco è cambiato.
Ennesima aggressione
L’aggressione all’autista è stata denunciata pubblicamente, sulla loro pagina Facebook, dall’associazione “TrasportiAmo”. “Questo è il bilancio dell’ennesimo episodio di violenza ai danni del personale e del patrimonio Atac”. E l’ultimo episodio è l’ennesima conferma: nelle strade della Capitale, chi lavora nel trasporto pubblico sempre più spesso è oggetto di questo tipo di aggressioni. Vittima due volte. Prima come autista, bersaglio facile per chiunque voglia sfogare la rabbia o la frustrazione. Poi come essere umano, costretto a operare in ambienti dove la violenza urbana è diventata quasi la normalità.
E intanto i cittadini, ogni giorno, salgono su quei mezzi senza sapere se arriveranno a destinazione sani e salvi. O se, come Alessandro, dovranno lottare per la propria incolumità. Dentro una città che troppo spesso dimentica chi la tiene in movimento.