Roma, Simone Cicalone aggredito e pestato alla metro Ottaviano: dieci contro uno, “potevano uccidermi”

Simone Cicalone

Ha documentato per anni il degrado della metro di Roma, raccontando borseggi, aggressioni e violenze quotidiane. Ma questa volta, la violenza l’ha colpito in prima persona. Non è la prima volta, ma stavolta è stato molto peggio del “solito” spintone, dello sputo o della bottigliata lanciata per intimorirlo. Questa volta è stato picchiato a sangue. Nel tardo pomeriggio di ieri, lo youtuber Simone Cicalone è stato assalito e picchiato brutalmente da un gruppo di uomini all’interno della stazione Ottaviano, sulla linea A della metropolitana. Un’aggressione violenta, lucida e premeditata. “Erano in dieci contro uno. Infami veri. Avrebbero potuto uccidermi”, ha raccontato lui stesso dall’ambulanza, con il volto tumefatto e ancora sotto shock.

Simone Cicalone e la sua videomaker aggrediti e picchiati a Roma sulla metro: ‘È stata un’imboscata’ (VIDEO)

Il pestaggio nella stazione metro Ottaviano

Secondo una prima ricostruzione, quello che sembra un vero e proprio “agguato” è avvenuto ieri pomeriggio intorno alle 18.30, nell’atrio pieno di gente della stazione Ottaviano, a due passi dal Vaticano, area molto frequentata dai turisti e purtroppo anche dai borseggiatori. Cicalone sarebbe stato colpito a tradimento, spinto a terra con un pugno improvviso e poi preso a calci in faccia e sulla nuca, fino a perdere conoscenza. Una guardia giurata, intervenuta per difenderlo, è stata a sua volta picchiata. “Prima erano solo in due poi sono arrivati gli altri. Sembravano un commando organizzato. Lo hanno preso a calci anche quando era a terra, non si fermavano. Hanno insultato anche me”, racconta Evelina, la videomaker che lo accompagnava.

Le modalità dell’aggressione fanno pensare a una spedizione punitiva. “Era un agguato pianificato dai capi delle borseggiatrici. Sono persone che conosciamo bene”, ha aggiunto Cicalone. Da quanto ricostruito, il gruppo di aggressori, formato da una decina di uomini di origine rom, si teneva in contatto costante. I primi hanno avvistato lo youtuber e subito avvisato i complici, già pronti in stazione per colpirlo. Durante l’attacco, gli uomini hanno affrontato anche i vigilantes, ma il loro unico vero obiettivo era Simone. Cicalone, esperto di arti marziali, avrebbe potuto difendersi con lo spray al peperoncino che porta sempre con sé, ma, come raccontano i suoi collaboratori, ha scelto di non usarlo per non mettere in pericolo i presenti all’interno della stazione chiusa.

Caccia ai responsabili

Il 33enne romano è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato al Policlinico Umberto I. In ospedale è stato sottoposto a una Tac per escludere lesioni interne. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato Borgo, che hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e del materiale video registrato dallo stesso youtuber. Le indagini puntano a identificare tutti i componenti del gruppo, già noti alle forze dell’ordine per furti e borseggi nella metro. Non si esclude la pista della vendetta. Alcuni degli aggressori sarebbero apparsi nei video-denuncia pubblicati in passato da Cicalone, in cui smascherava borseggiatori e malviventi nelle linee metropolitane di Roma.

Per Simone Cicalone non è la prima volta. L’influencer romano, seguito da oltre 850mila utenti su YouTube e 450mila su Instagram, è da anni impegnato in una battaglia mediatica contro il degrado della capitale. La scorsa estate era stato aggredito due volte a Napoli, mentre ad aprile aveva subito un assalto da parte di borseggiatori sudamericani alla stazione Flaminio, dopo aver sventato un furto. “Ci hanno aggrediti a calci e sputi, hanno distrutto la telecamera”, aveva raccontato. A maggio un’altra intimidazione: un’auto lanciata a tutta velocità verso di lui in zona Piramide. “Cicalò, smettila con questi video, non è il tuo lavoro!”, gli avevano gridato. E adesso questo pestaggio. Che mette in evidenza, ancora una volta, i problemi di sicurezza della metro di Roma, dove bande di borseggiatori e malviventi sono liberi di agire, mentre chi prova a denunciarli rischia in prima persona.

Simone Cicalone