Roma, slitta l’avvio della nuova linea del tram Termini-Vaticano: ecco il motivo

La tanto attesa linea tramviaria Termini–Vaticano–Aurelio (TVA) subisce un brusco rallentamento. Dopo mesi di annunci, ipotesi e ritardi, il Campidoglio ha formalizzato un sostanziale cambio di programma: i 120 milioni di euro destinati alla realizzazione dell’infrastruttura non saranno più usati per costruire la prima tratta, ma per acquistare dieci tram.
In sostanza, Roma compra i convogli ma rinvia la linea, bloccata ancora prima di vedere il taglio del nastro. Un segnale preoccupante per una città dove la mobilità pubblica è già al limite e dove ogni rinvio costa in termini di tempo, credibilità e servizi mancati.

Un compromesso dettato dall’urgenza
Il nuovo indirizzo dell’amministrazione arriva per evitare il peggio: la perdita dei fondi europei del Pnrr. La milestone originaria, ossia la costruzione di 2,8 chilometri di linea entro giugno 2026, è stata giudicata irraggiungibile per via di una serie di ostacoli tecnici e amministrativi.
Così, il Comune ha chiesto al Ministero di modificare il target: non più chilometri di binari, ma dieci tram da consegnare entro la stessa data. Una soluzione tampone che salva il finanziamento, ma non il progetto. Perché, senza tracciato, i tram non potranno circolare. È una vittoria formale, che però lascia aperta la sostanza del problema.
Ostacoli tecnici e scelte tardive
Le difficoltà erano note da tempo. L’acquisto dell’area di largo Micara per il deposito dei tram si è rivelato più complesso del previsto. Ancora più critico l’intervento previsto a Villa Carpegna, dove sotto il futuro tracciato scorre una sezione dell’acquedotto del Peschiera.
Per proteggerlo, sarà necessario realizzare una gabbia in cemento armato sotterranea, un’opera che da sola richiederà almeno due anni. In questo contesto, la tabella di marcia imposta dall’Europa è apparsa irrealistica. Ma la decisione di cambiare rotta è arrivata solo a giugno, troppo tardi per dare l’idea di una pianificazione efficiente.
Mobilità al palo e cittadini penalizzati
La linea Termini-Vaticano-Aurelio doveva essere una dorsale strategica per la mobilità della Capitale: 8 chilometri di percorso, connettendo la stazione Termini a via Gregorio VII, Cornelia e via Aurelia. Un asse fondamentale per alleggerire il traffico, favorire la mobilità sostenibile e servire aree centrali e periferiche. Lo slittamento dell’opera, per ora indefinito, rappresenta dunque forse un’occasione persa. I fondi sono stati salvati, ma al prezzo dell’ennesimo rinvio di un’infrastruttura necessaria. E mentre i convogli arriveranno, non esiste ancora un orizzonte concreto per la posa dei binari.
Tram acquistati, ma nessuna data per l’inaugurazione
Il paradosso è evidente: Roma avrà dieci nuovi tram, ma non un metro di linea pronto su cui farli viaggiare. Nessuna data certa per l’avvio dei cantieri, nessuna garanzia sui tempi di completamento. Il cambio di obiettivo, pur giustificabile dal punto di vista finanziario, certifica una difficoltà strutturale nella gestione delle grandi opere pubbliche.
E intanto, i cittadini attendono. Non un rendering, non un annuncio, ma un servizio reale che continua a slittare. La TVA resta, per ora, un progetto sulla carta. E l’ennesima promessa mancata.