Roma, smantellata “centrale del riciclaggio”: 7 arresti, sequestrati 5 milioni e un quadro attribuito a Goya (VIDEO)

Centinaia di migliaia di euro, un patrimonio immobiliare occultato, società di facciata in mezza Europa e perfino un dipinto attribuito a Francisco Goya. È il risultato dell’operazione congiunta condotta dalla Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Polizia Valutaria – e dalla Squadra Mobile di Roma, che ha portato a galla un sistema di riciclaggio internazionale tra i più sofisticati degli ultimi anni.
Coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, gli investigatori hanno dato esecuzione a sette misure cautelari – tra arresti domiciliari e obblighi di dimora – e a un sequestro per equivalente di circa 5 milioni di euro.

La “centrale del contante” tra Roma, Emirati, Slovacchia e UK
Le indagini hanno portato alla luce un sistema rodato di riciclaggio costruito su una vera e propria centrale di scambio di denaro, capace di far girare milioni senza lasciare tracce. Al centro, una rete di società di comodo sparse tra Roma, Slovacchia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito: intestazioni fittizie, fondi spostati da un’entità all’altra e un flusso di denaro pulito che rientrava nell’economia reale.
Tra i reati contestati ci sono associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, autoriciclaggio, truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici, e intestazioni fittizie di società.
I protagonisti dell’organizzazione
Tra le persone colpite dalle misure cautelari spiccano due consulenti finanziari, finiti agli arresti domiciliari. Uno dei due è ritenuto il cervello dietro il meccanismo societario, nonché autore di diverse operazioni sospette, tra cui anche il tentativo di esportazione illecita di opere d’arte. Con loro anche un noto immobiliarista romano, accusato di aver gestito una vera macchina per il riciclaggio, celando un enorme patrimonio immobiliare dietro una rete di prestanome e scatole vuote.
Agli obblighi di dimora sono stati invece sottoposti un imprenditore edile albanese, un consulente aziendale attivo a Roma e Frosinone, un manager milanese e un altro soggetto romano: ognuno con un ruolo ben preciso nel meccanismo di reimpiego del denaro sporco all’interno dell’economia “pulita”.
I sequestri
Nel corso delle attività sono già stati sequestrati 100.000 euro in contanti e un dipinto di valore, che gli esperti ritengono attribuibile a Francisco Goya. Il sequestro complessivo disposto dal Tribunale ammonta a circa 5 milioni di euro, frutto dei guadagni illeciti reinvestiti grazie alla rete scoperta.