Roma, smascherato il “chirurgo delle illusioni”: per anni operava con una laurea inventata

Roma, Nas nello studio di un finto chirurgo

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Roma, dietro la targa di ottone e l’aspetto rassicurante di uno studio medico nel quartiere romano di Montespaccato si celava una truffa inquietante. A esercitare non era un medico, ma un uomo di 55 anni che, secondo le indagini dei Carabinieri del NAS, non aveva mai conseguito alcuna laurea in Medicina. Eppure, per anni, aveva operato su decine di pazienti, presentandosi come un esperto chirurgo estetico. Sulla parete del suo ambulatorio campeggiava una pergamena con il logo dell’Università “La Sapienza” e sulla scrivania un badge di un noto ospedale romano: entrambi falsi. Una messinscena costruita con cura per ingannare chi cercava miglioramenti estetici, ma finiva nelle mani di un impostore.

La denuncia che ha fatto scattare l’inchiesta a Roma

A svelare l’inganno è stata la segnalazione di una paziente che, dopo un intervento di chirurgia estetica, aveva sviluppato gravi complicanze. La donna, insospettita dal comportamento dell’uomo e dalle difficoltà incontrate nel ricevere assistenza post-operatoria, ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri. Da lì, il passo è stato breve: un controllo incrociato sui titoli di studio ha rivelato l’amara verità. Nessuna iscrizione all’Ordine dei Medici, nessuna laurea, nessuna abilitazione. Solo un curriculum inventato e una lunga catena di menzogne.

Durante il blitz nello studio, i militari hanno trovato documenti falsificati, cartelle cliniche di decine di pazienti e materiali sanitari di dubbia provenienza: filler, aghi, siringhe e farmaci non registrati. L’ambulatorio è stato immediatamente sequestrato, mentre per il falso chirurgo è scattata la denuncia per esercizio abusivo della professione medica e uso di atti falsi.

Un mercato pericoloso: la chirurgia “ombra” di Roma

Il caso riporta al centro dell’attenzione un fenomeno sempre più diffuso e inquietante: quello della cosiddetta chirurgia ombra, un settore parallelo dove si opera fuori da ogni controllo, in studi non autorizzati e senza alcuna garanzia sanitaria. Il richiamo della chirurgia estetica “a basso costo” è forte, e spesso spinge pazienti ignari ad affidarsi a mani sbagliate.

Negli ultimi anni, i Carabinieri del NAS hanno portato alla luce numerosi episodi simili. Dalle iniezioni di filler fatte in saloni di bellezza senza medici presenti, agli interventi chirurgici praticati in locali privi di sterilizzazione. Un sistema che mette a rischio non solo la salute fisica, ma anche la fiducia dei cittadini nelle strutture sanitarie legittime.

Precedenti inquietanti: i casi che hanno scioccato l’Italia

Non è la prima volta che un caso del genere finisce sotto i riflettori. Solo pochi mesi fa, la tragica morte della 22enne Margaret Spada aveva scosso l’opinione pubblica. La giovane si era affidata a un chirurgo per una rinoplastica, ma un’anestesia mal gestita l’aveva condotta a un coma irreversibile. Anche in quel caso erano emersi gravi dubbi sulle autorizzazioni della struttura.

A marzo, la stessa sorte era toccata a Simonetta Kalfus, 62 anni, deceduta dopo una liposuzione in uno studio di Cinecittà. L’infezione post-operatoria le fu fatale. Il medico, già sospeso dall’Ordine, continuava a esercitare illegalmente.
E ancora, a giugno, la 47enne Ana Sergia Alcivar Chenche perse la vita dopo un intervento analogo in un centro di Torrevecchia: il titolare, un chirurgo peruviano di 65 anni, operava senza autorizzazioni dal 2012, nonostante precedenti denunce.

Tre storie diverse, un denominatore comune: l’assenza di controlli efficaci e la facilità con cui è possibile aggirare la legge.

Un appello alla vigilanza e alla prevenzione su Roma

Il caso di Montespaccato rappresenta un campanello d’allarme per tutti. L’esercizio abusivo della professione medica non è solo un reato, ma un pericolo reale per la vita delle persone. I NAS, in una nota, hanno ribadito l’importanza di verificare sempre le credenziali di chi offre trattamenti estetici o chirurgici, controllando l’iscrizione all’Ordine dei Medici e diffidando di strutture che promettono risultati rapidi a costi troppo bassi.

La sanità privata, oggi più che mai, ha bisogno di trasparenza e di regole certe. Ogni cittadino ha il diritto di sapere chi si cela dietro il camice bianco. Perché dietro la promessa di un ritocco estetico può nascondersi, come in questo caso, una truffa costruita sulla fiducia e pagata a caro prezzo.