Roma (sommersa dai debiti) cerca la sede per il Campidoglio 2 nei Municipi VIII e IX: via al bando faraonico


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Roma, il Campidoglio riparte con un nuovo bando immobiliare pubblicato il 30 settembre, dopo quello abortito appena due anni fa. Dopo anni di proclami sul progetto “Campidoglio 2” e tentativi maldestri di razionalizzare la selva di sedi comunali e municipali sparse per la città. L’amministrazione capitolina guidata dal sindaco Gualtieri e dalla vice Scozzese (Bilancio) ha dato il via libera a un’operazione di mercato che vale – presumibilmente – decine, forse centinaia di milioni di euro. Obiettivo dichiarato: acquistare nuovi grandi immobili. Si parla di una superficie di almeno 10mila metri quadri calpestabile per ognuno di essi, con parcheggi e adire caratteristiche molto onerose, da destinare a uffici istituzionali. Una sorta di Campidoglio 2 – con immobili da acquistare nei Municipi VIII e IX, in particolare nel quadrante Ostiense-EUR. Questo scrive – nero su bianco – il Campidoglio.

La delibera capitolina fissa la scadenza delle offerte alle ore 12.30 del 20 novembre 2025. Una corsa contro il tempo che si innesta però su un paradosso evidente: Roma è già soffocata da un debito storico pari al momento a circa mezzo miliardo di euro, con un bilancio che arranca ogni anno tra tagli, anticipazioni di cassa e ‘salvataggi’ statali.

Il bando: una nuova caccia ai palazzi nei Municipi VIII e IX di Roma

Eppure, a fronte di tale disavanzo, il documento firmato dal Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche Abitative è chiaro: servono immobili cielo-terra da acquistare alla svelta, già pronti e agibili, con almeno 10.000 metri quadrati di superficie netta, sale riunioni per ogni piano, più parcheggi, archivi e magazzini vari. Non basterà un immobile qualsiasi: ogni immobile dovrà ospitare oltre 400 dipendenti comunali, rispettare normative antisismiche e energetiche, essere privo di amianto e barriere architettoniche.

Un bando con requisiti rigidissimi che lascia intuire la posta in gioco: il Campidoglio vuole centralizzare gli uffici capitolini e ridurre le locazioni passive. Peccato che lo stesso obiettivo fosse già stato annunciato con l’avviso del 28 giugno 2023, rimasto lettera morta per “scarso riscontro” da parte dei proprietari immobiliari della zona.

Il nodo irrisolto: i debiti di Roma (che cerca la nuova sede nei Municipi ‘amici’) e il bando faraonico

Ma dietro la retorica dell’ottimizzazione della macchina amministrativa” si nasconde la vera emergenza di Roma: il buco di bilancio. La città continua a pagare affitti milionari per sedi comunali prese in locazione decenni fa, mentre il debito monstre — gestito da una struttura parallela commissariata dal Tesoro — drena ogni anno risorse vitali.

Ora, invece di avviare un piano di rientro, il Comune di Roma apre un’altra partita di spesa. L’avviso parla esplicitamente di acquisti subordinati alla “previa disponibilità di bilancio”, ma la domanda resta sospesa: con quali soldi si procede? L’eventuale spesa è già stata inserita nel Bilancio approvato a fine luglio? E soprattutto, quanto costeranno alla collettività nuovi acquisti immobiliari in piena crisi finanziaria? infine: Roma ha davvero disponibilità economiche? Dove sono ‘nascoste’ queste economie?

Roma, il calendario e i tempi della procedura

In ogni caso, la tabella di marcia è serrata. Le offerte dovranno arrivare al Campidoglio via PEC entro il 20 novembre. Dopo quella data, se ci sarà anche un solo proponente, scatterà una trattativa diretta. In caso di più offerte, si aprirà un confronto competitivo, valutato non solo sul prezzo (30 punti), ma anche su qualità e caratteristiche (70 punti).

Entro quattro mesi dall’eventuale aggiudicazione, i proprietari dovranno eseguire a proprie spese eventuali adeguamenti richiesti dal Comune di Roma. Il contratto di acquisto, però, potrà essere firmato solo dopo la delibera favorevole dell’Assemblea Capitolina, che avrà l’ultima parola. Un percorso a ostacoli che rischia di trascinarsi per anni, come già successo con il fantomatico “Campidoglio 2”, fermo da oltre un decennio.

Un’altra operazione a rischio flop?

Il bando non vincola l’amministrazione. Il Campidoglio a guida Gualtieri-Scozzese si riserva la facoltà di interrompere le trattative “in qualsiasi momento” o di non acquistare alcun immobile, senza obblighi verso i proponenti. In sostanza, tutto potrebbe concludersi in un nulla di fatto.

Ma intanto la macchina burocratica si muove, i dirigenti firmano e il Campidoglio e i Municipi danno l’impressione di “fare”. Nel frattempo, cittadini e imprese continuano a fare i conti con servizi ridotti, strade dissestate, trasporti allo stremo.

La domanda inevasa: Roma contrarrà nuovi mutui per l’acquisto di nuovi immobili nei Municipi VIII e IX?

Alla fine resta un interrogativo semplice, ma cruciale: che senso ha cercare nuove sedi istituzionali quando Roma non riesce a pagare i debiti accumulati in decenni di cattiva gestione? La narrazione ufficiale parla di razionalizzazione, di risparmi futuri e di uffici finalmente accorpati. La realtà, invece, dice che la Capitale è ancora alla ricerca disperata di immobili, dopo l’ennesimo flop dell’ultimo bando, e che la voragine del debito non lascia scampo.

Il rischio è che anche questa volta la storia si ripeta: scadenze perentorie, bandi altisonanti, dichiarazioni rassicuranti. Poi, mesi o anni dopo, tutto si scioglie come neve al sole. Con una certezza: Roma resta sommersa dai debiti, mentre rincorre nuove sedi per una burocrazia sempre più ingombrante.