Roma sommersa dai sacchi dopo Natale: il Lazio penultimo in Italia per raccolta differenziata

Rifiuti Colosseo

Roma, dopo Natale, in diversi quartieri della Capitale si è rivisto lo stesso film: scatoloni, cartacce e buste ammassate attorno ai cassonetti, anche dove dentro ci sarebbe ancora spazio. Dal II Municipio fino ad altre zone, i ritardi nella raccolta (complice l’ondata delle feste) hanno lasciato strade e marciapiedi più sporchi. Nei parchi, poi, si sono accumulati tappeti di foglie scivolose: un problema concreto, soprattutto per anziani e persone fragili. E in mezzo a tutto questo c’è sempre lo stesso aggravante: l’inciviltà di chi scarica rifiuti a caso, ignorando le regole minime.

I numeri: nel Lazio si differenzia meno e si produce tanto

La notizia “nuda e cruda” è questa: il Lazio resta tra le regioni peggiori d’Italia per raccolta differenziata. Nel 2024 la regione ha prodotto circa 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, una massa enorme in linea con il peso demografico ma difficile da gestire senza una filiera solida. La differenziata regionale si ferma attorno al 56%, ben sotto la media nazionale. Roma, com’è prevedibile, trascina verso l’alto la produzione totale: la Capitale è tra i comuni con i volumi più alti in Italia, con un dato pro capite vicino ai 600 kg annui.

La storia dietro l’emergenza: quando il sistema è fragile, le feste lo “spaccano”

Quello che si vede dopo Natale non nasce in una notte. A Roma, le criticità esplodono spesso nei picchi di consumo: basta una settimana di carico extra e il sistema va in affanno. È un problema strutturale che si porta dietro anni di soluzioni tampone e di scelte rinviate. Da quando Malagrotta ha chiuso, la città ha dovuto reggere senza un’alternativa impiantistica davvero proporzionata alla sua dimensione. In mezzo ci sono stati anche guasti e stop improvvisi che hanno reso tutto più instabile: quando salta un pezzo della catena, la città lo vede subito sui marciapiedi.

Il vero nodo politico: pochi impianti, troppi camion (e troppe scuse)

La differenziata non è solo “buona volontà”: senza impianti, anche chi separa bene rischia di pagare il prezzo dell’inefficienza. Nel Lazio il punto più debole è l’organico, cioè gli scarti di cucina e del verde. Se non hai impianti sufficienti per trattarlo, ti ritrovi costretto a spedire rifiuti altrove. Risultato: camion su camion, costi che aumentano e una dipendenza continua da altri territori. E intanto, fuori Roma, in alcune aree della regione progetti attesi da anni restano impantanati tra veti, proteste e passaggi amministrativi che si trascinano all’infinito.