Roma, sospesa l’aggiudicazione del terzo chiosco di Castelporziano: la Capitaneria accoglie l’istanza LabUr

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Nuovo colpo di scena nella gestione dei bandi di Castelporziano. La Capitaneria di Porto ha accolto l’istanza presentata da LabUr (Laboratorio di Urbanistica) e il 16 agosto 2025 ha disposto la sospensione della proposta di aggiudicazione del 2 luglio (D.D. QC/92450/2025), relativa al terzo chiosco. Contestualmente, è stato annullato in autotutela il 45bis per “Happy Surf”, senza attendere l’esito del ricorso pendente al TAR Lazio.

Di conseguenza, il Comune di Roma dovrà garantire i servizi del chiosco (lotto C3) presso il quarto cancello fino a una nuova emissione del provvedimento di aggiudicazione.

Zevi: “Normativa complessa, ma i servizi sono operativi”

A difesa dell’operato del Campidoglio è intervenuto l’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi, che ha ribadito come tutti i servizi sul litorale siano attualmente operativi, nonostante le criticità. Secondo Zevi, il problema risiede nella complessità normativa che regola quell’area demaniale, dove è coinvolta anche la Presidenza della Repubblica: un elemento che avrebbe reso più difficili le procedure di gara.

Le accuse di LabUr: “Pasticci e opacità nella gestione”

La replica di LabUr non si è fatta attendere. Il laboratorio di urbanistica denuncia da tempo presunte irregolarità nella gestione dei bandi del Mare di Roma e, dopo la sospensione, ha parlato di “pasticci amministrativi e turbative”, sottolineando la mancanza di controlli sull’idoneità professionale dei partecipanti. “Si vantano di legalità e trasparenza – scrive LabUr – mentre per settimane hanno raccontato versioni false su testate compiacenti. Mentire o omettere non evita di apparire incompetenti e di nascondere fallimenti ed errori”.

Il nodo del TAR Lazio

A complicare il quadro c’è anche il pronunciamento del TAR Lazio (Sezione Quinta Ter – REG.PROV.CAU. N. 08825/2025 REG.RIC.), che il 16 agosto ha sospeso la proposta di aggiudicazione del 2 luglio 2025. Un provvedimento che, di fatto, riguarda non solo il lotto C3 ma l’intera procedura di assegnazione. “Cosa ci sia di legale nel non aver rispettato il Decreto del TAR – commenta LabUr – lo sanno solo gli amministratori”.

Una vicenda destinata a protrarsi

Ricorsi, sospensioni e contestazioni quindi. Da un lato l’amministrazione capitolina rivendica la regolarità delle procedure e la complessità normativa; dall’altro, associazioni come LabUr denunciano gravi criticità e opacità. Il prossimo passo sarà capire se e come il Comune riuscirà a rimettere ordine nella gestione dei lotti, garantendo al tempo stesso la piena legalità e la trasparenza delle gare.