Roma, sospeso dalla professione e sorpreso a operare in casa tra i rifiuti: arrestato medico

Carabinieri dei Nas in azione

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Era sospeso dalla professione, non poteva più ‘operare’ o visitare i pazienti. E invece, nonostante questo, nei giorni scorsi è stato sorpreso a Roma, all’interno di un’abitazione, proprio mentre una paziente era stesa su un lettino improvvisato, lì tra quelle quattro mura. E lui, con tanto di attrezzatura chirurgica in mano, era pronto a intervenire.

Lo stava per fare nonostante in quella casa, al Quadraro, ci fossero persone e i cani circolavano come se tutto fosse normale. Aveva improvvisato una sala operatoria in una camera da letto e lì, con tanto di camice e guanti, stava per iniziare il suo lavoro.

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Ai domiciliari un medico, era già sospeso

Ora, però, quel medico C.B. – che era stato sospeso dalla professione – è finito ai domiciliari perché i Carabinieri del Nas di Roma lo hanno arrestato. Un provvedimento arrivato dopo una complessa indagine portata avanti dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità della Capitale che, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Eleonora Fini, ha consentito di interrompere la pericolosa attività illecita del medico. Lui che in realtà avrebbe dovuto posare il camice, i guanti, i suoi attrezzi. E non operare più.

Sorpreso a operare in un’abitazione al Quadraro

I militari hanno ricostruito tutto, hanno messo insieme i pezzi del puzzle e la loro indagine ha permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere la misura cautelare per violenza privata. Il dottore, nei giorni scorsi, nonostante fosse già colpito dalla misura cautelare della sospensione dalla professione medica in conseguenza di altro reato, era stato sorpreso con l’attrezzatura chirurgica pronto a eseguire un intervento di otoplastica. E non in una sala operatoria sterile, ma in un appartamento abitato da sudamericani nel quartiere Quadraro di Roma. Il medico, aiutato da un’infermiera in pensione, è stato sorpreso mentre effettuava l’operazione di otoplastica su una giovane sudamericana, che era distesa su un lettino improvvisato e aperto all’interno di una camera da letto. Tra scarpe, vestiti, sporcizia di ogni tipo.

I Carabinieri sono intervenuti, hanno fermato il medico. E la giovane è stata portata in ospedale: i medici del pronto soccorso del Casilino hanno accertato che il dottore le aveva già iniettato delle dosi di anestetico locale.

Era indagato per la morte di Simonetta Kalfus

Il medico era stato già indagato per l’esecuzione di un intervento non autorizzato e per violenza privata. Ma non solo. Era stato anche indagato, sempre dalla Procura di Roma, per la morte di una donna, Simonetta Kalfus, avvenuta a seguito di complicazioni per un intervento di liposuzione. La donna, residente a Pomezia, è morta a 62 anni dopo una liposuzione eseguita in una clinica privata di Roma, nella zona di Cinecittà. Prima i dolori, che sembravano normali, poi quelle condizioni di salute che peggiorano di giorno in giorno, l’andirivieni negli ospedali. E alla fine, purtroppo, il tragico epilogo a marzo scorso.

La tragedia

Simonetta Kalfus si era sottoposta all’intervento di liposuzione il 6 marzo, un’operazione eseguita in una struttura privata della Capitale. Da qui i primi dolori, poi la situazione che degenera e il chirurgo, C.B., che l’ha operata che le prescrive un antibiotico, che pare non sia servito a nulla. Simonetta Kalfus si è poi recata al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna di Pomezia, dove è stata sottoposta a una TAC (negativa) e a una flebo. La donna è stata rimandata a casa, dove avrebbe dovuto continuare la cura antibiotica. L’incubo sembrava finito, ma così purtroppo non è stato. Le sue condizioni di salute sono peggiorate ed è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Grassi di Ostia, dove è stata ricoverata. E dove il 18 marzo scorso il suo cuore ha smesso di battere.

L’arresto del medico

Nonostante la tragedia e il fatto che fosse già indagato, il dottore ha continuato la sua attività. E lo ha fatto in barba a qualunque divieto e rispetto, senza sicurezza, senza igiene, in luoghi improvvisati. Proprio come è accaduto pochi giorni fa a Roma quando i carabinieri del Nas lo hanno individuato all’interno di una camera da letto di una abitazione. Tra persone e cani, pronto a operare.