Roma, spettacolo di gladiatori al Colosseo riservato a turisti Airbnb: il caso finisce in Parlamento

Roma, il 7 e l’8 maggio 2025, sedici turisti selezionati tramite una lotteria su Airbnb hanno assistito a uno spettacolo gladiatorio all’interno del Colosseo, evento promozionale legato al lancio del film Il Gladiatore II di Ridley Scott. In un’operazione dal valore simbolico e mediatico potente, il Parco Archeologico del Colosseo ha concesso l’uso dell’anfiteatro in cambio di 1,5 milioni di dollari — circa 900mila euro — destinati al rinnovo dell’esposizione permanente.
L’evento, organizzato in collaborazione con Airbnb, ha scatenato un’ondata di polemiche e interrogativi che ora approdano in Parlamento. La vicenda è stata riportata dal quotidiano La Repubblica.

L’arena come set privato
I partecipanti, vincitori del contest lanciato da Airbnb nel 2024, hanno vissuto tre ore al centro dell’arena, immersi in un’atmosfera d’altri tempi: armature, fumo, fuoco e dimostrazioni marziali, orchestrate dal Gruppo Storico Romano e da Ars Dimicandi.
L’iniziativa si è svolta però in un clima di assoluta segretezza. I telefoni cellulari dei partecipanti sono stati sequestrati all’ingresso, impedendo qualunque documentazione fotografica o video dell’evento. Una scelta che, secondo le recensioni pubblicate in seguito su Airbnb, ha lasciato perplessi diversi ospiti.
Il nodo della segretezza
Il silenzio istituzionale ha alimentato i sospetti. Nessun commento è arrivato dal Parco Archeologico del Colosseo. Il Ministero della Cultura ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Il divieto di scattare immagini appare, con il senno di poi, più come una strategia per evitare clamore mediatico che come una tutela dell’esperienza. Ed è proprio sulla gestione opaca dell’intera operazione che si concentrerà l’interrogazione parlamentare annunciata dal deputato del Partito Democratico Matteo Orfini.
Il Municipio insorge
Nel frattempo, il Municipio I ha approvato una mozione urgente per chiedere lo stop a futuri eventi simili. Il documento, presentato da Lorenzo Minio Paluello (Roma Futura) e sottoscritto da altri esponenti di Sinistra Civica Ecologista e Demos, impegna la presidente Lorenza Bonaccorsi e la giunta municipale a intercedere presso il sindaco Roberto Gualtieri affinché venga preservato il decoro del Colosseo. L’auspicio è che l’amministrazione comunale solleciti il Parco Archeologico e il Ministero dei Beni Culturali ad adottare criteri più stringenti nella valutazione dei progetti promozionali futuri.
Il rischio di una Disneyland storica
La mozione approvata evidenzia il timore di una deriva spettacolarizzante del patrimonio culturale. Il Colosseo — simbolo di Roma e monumento di inestimabile valore storico — rischia di trasformarsi in un set a noleggio, compromettendo la sua dignità. L’evento del 7 e 8 maggio, tenuto nascosto fino a quando non sono emerse le recensioni online, rappresenta per molti un campanello d’allarme.
Secondo il Municipio, l’uso del monumento per fini promozionali non può prescindere dal rispetto del suo significato storico e simbolico. Il rischio — sottolineato anche da voci istituzionali — è quello di incentivare una lettura falsata e commerciale del passato.
Una questione culturale e politica
Il caso solleva una questione più ampia, che riguarda il rapporto tra cultura, business e fruizione turistica. L’uso privatistico dei luoghi della memoria collettiva pone interrogativi urgenti. Chi decide cosa è accettabile all’interno di un sito patrimonio dell’umanità?
E fino a che punto si può sacrificare l’etica culturale in nome della promozione o del ritorno economico? Il Parlamento dovrà ora fare chiarezza, mentre il dibattito pubblico è destinato a infiammarsi ulteriormente. Una cosa è certa: l’antico Colosseo, teatro di battaglie vere e finte, oggi è di nuovo al centro di uno scontro. Ma questa volta, a colpi di mozioni.