Roma, spreco di fondi nel XIII Municipio: polemiche per il costo del ricovero senzatetto


Un investimento da oltre 800 mila euro per soli otto posti letto. La decisione della Giunta capitolina di destinare 809.800 euro alla realizzazione di una ‘stazione di posta’ in via Pier delle Vigne 3, nel Municipio XIII, ha suscitato aspre critiche. Il progetto, che prevede l’accoglienza di otto senza dimora, viene contestato da esponenti del centrodestra, che lo definiscono uno spreco di risorse pubbliche a scapito di interventi più utili per il territorio.

Le critiche all’amministrazione

Secondo Daniele Giannini, già presidente del Municipio Aurelio-Boccea e attuale dirigente della Lega, l‘investimento è sproporzionato rispetto all’effettiva utilità della struttura. Con una cifra simile, sostiene, si sarebbe potuto realizzare un asilo nido, un centro per anziani o un punto di aggregazione per le famiglie, rispondendo a esigenze concrete della comunità locale. La decisione, presa senza coinvolgere i residenti, viene inoltre criticata per il rischio di incrementare il degrado urbano e l’insicurezza in un’area già densamente popolata e ricca di attività commerciali.

La questione della trasparenza e delle priorità

Oltre alla polemica sul costo elevato del progetto, Giannini denuncia una gestione poco trasparente dei fondi pubblici, in particolare quelli provenienti dal PNRR e dal Giubileo. Secondo il dirigente leghista, l’amministrazione capitolina avrebbe dovuto avviare un confronto con i cittadini per destinare le risorse a interventi maggiormente condivisi e mirati al miglioramento del quartiere. La scelta di puntare su un ricovero di emergenza per un numero limitato di persone viene definita un’operazione di facciata, che rischia di non incidere realmente sulle problematiche della marginalità sociale.

Un quartiere in attesa di risposte

Il Municipio XIII, come molte altre zone periferiche di Roma, vive una situazione complessa, con carenze nei servizi pubblici e problemi legati alla sicurezza. Se da un lato la necessità di strutture di accoglienza per i senza dimora è riconosciuta, dall’altro il dibattito si concentra su come impiegare al meglio le risorse disponibili. La questione resta aperta e la comunità locale attende risposte concrete da parte delle istituzioni su quale sarà il futuro del quartiere e sulle politiche che verranno adottate per migliorarne la vivibilità.