Roma, stagione balneare in ritardo e pochi stagionali per bar, ristoranti e stabilimenti: “Servizi a rischio”

Roma, i lavoratori stagionali mancano, ristoranti in crisi, insieme a bar e stabilimenti

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Roma, secondo un’indagine condotta da Anpit – l’Associazione nazionale per l’industria e il terziario – insieme al suo centro studi Articolo 46, su un campione di 500 imprese del territorio, la situazione è già critica: nei settori dell’ospitalità e accoglienza, il picco di carenza di personale supera il 55%. In media, mancano tra il 20% e il 25% dei lavoratori necessari.

Da Roma a Ostia, bar, ristoranti e stabilimenti in crisi

Gli operatori si trovano costretti a scelte drastiche: riduzione degli orari di apertura, chiusura temporanea di alcuni servizi, sospensione di interventi di manutenzione ordinaria per mancanza di manodopera. In alcuni casi, i turni di riposo vengono estesi forzatamente per permettere al personale in servizio di recuperare le energie.

Un’emergenza che si trasforma in un boomerang per la qualità dell’offerta turistica, già messa alla prova da costi crescenti e un mercato sempre più competitivo.

Turismo in affanno a Ostia: il rischio è perdere la fiducia dei turisti

Il cuore dell’estate romana rischia di essere offuscato da inefficienze e disservizi. La carenza di lavoratori stagionali mina non solo l’operatività quotidiana, ma anche la reputazione del territorio come meta turistica d’eccellenza.

Roma e il suo litorale, da Ostia a Santa Marinella, si apprestano a ricevere migliaia di visitatori, ma senza personale sufficiente a gestire l’accoglienza e la ristorazione, l’impatto potrebbe essere disastroso.

File interminabili, ristoranti costretti a chiudere prima, hotel con servizi ridotti all’osso: un’immagine che stride con le ambizioni di rilancio del settore dopo gli anni difficili della pandemia.

La crisi strutturale del lavoro stagionale

Dietro la penuria di personale si nasconde un problema strutturale. Le condizioni contrattuali poco attrattive, le retribuzioni basse e la mancanza di prospettive a lungo termine allontanano molti giovani dal settore.

A ciò si aggiunge l’assenza di politiche efficaci per la formazione e il reclutamento, che da anni rendono l’Italia vulnerabile nella gestione del lavoro stagionale. Il contratto collettivo nazionale, applicato dalle imprese intervistate da Anpit, non basta da solo a invertire la tendenza. Serve una strategia coordinata, capace di rilanciare il settore con incentivi concreti, formazione specializzata e maggiore tutela dei lavoratori.

Il conto salato di un’estate senza rinforzi, per Roma e Ostia

Con l’arrivo di giugno alle porte, il conto rischia di diventare salatissimo. Se la tendenza non verrà invertita rapidamente, le imprese saranno costrette a ridurre ulteriormente i servizi, con gravi ripercussioni sull’economia turistica del territorio.

Roma, città che vive di turismo dodici mesi l’anno, non può permettersi una stagione estiva zoppicante. L’indifferenza politica e istituzionale verso il tema del lavoro stagionale rischia di trasformarsi in un boomerang economico e sociale. Il tempo per intervenire è poco: l’estate è già iniziata.