Roma, stop ai pannelli fotovoltaici sull’hotel vista Termini: il Tribunale promuove la decisione del Ministero

Un hotel del centro di Roma, ha perso la sua battaglia legale per installare pannelli fotovoltaici sul tetto. La struttura, affacciata a pochi passi dalla stazione Termini, aveva presentato un progetto di rifacimento della copertura con impianti solari di oltre 30 metri quadrati per la produzione di acqua calda e aria.
La Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma aveva bocciato la proposta, ritenendola incompatibile con il contesto storico e architettonico dell’area.

Un edificio nel cuore della “Zona A” Unesco
Il fabbricato di via Gioberti ricade nel perimetro del centro storico di Roma, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità dal 1980. È inserito in “Zona A” ai sensi del D.M. 1444/1968 e classificato nel tessuto T4, tipico dell’espansione urbana ottocentesca e novecentesca.
L’edificio è inoltre segnalato nella Carta per la Qualità come “opera di rilevante interesse architettonico o urbano”, con vincoli che ne tutelano morfologia e prospetto. Questi elementi hanno pesato nella valutazione negativa dell’ente.
Le ragioni della Soprintendenza
Secondo la Soprintendenza, i pannelli sarebbero risultati visibili non solo dalla strada ma anche dai punti panoramici e dai fabbricati più alti, alterando l’integrità del paesaggio urbano.
Il centro storico, spiegano gli uffici, rischia un degrado estetico anche a causa di “elementi di dettaglio” come impianti tecnologici in vista, capaci di compromettere l’autenticità e la percezione visiva del patrimonio.
La tutela non riguarda solo la prospettiva ravvicinata, ma anche l’insieme di visuali che rendono unico il tessuto edilizio di Roma.
I ricorsi dell’hotel e il rigetto
La società proprietaria dell’hotel aveva presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sostenendo che non esiste alcun divieto assoluto di installazione di pannelli nelle aree storiche e che la decisione contrastava con le norme nazionali ed europee sulla promozione delle energie rinnovabili.
L’albergo denunciava una disparità di trattamento rispetto ad altri edifici vicini dotati di impianti simili. Il Tar, tuttavia, ha ritenuto legittimo il parere negativo della Soprintendenza, sottolineando che i casi citati riguardavano impianti nascosti dai parapetti dei tetti e quindi non visibili, a differenza del progetto in esame.
Il bilanciamento tra rinnovabili e conservazione
Il Tribunale ha chiarito che l’interesse pubblico alla produzione di energia da fonti rinnovabili non viene sacrificato in modo arbitrario: nel centro storico sono possibili installazioni di pannelli, ma solo quando non incidono sull’aspetto visivo e sull’armonia architettonica.
Nel caso specifico, la collocazione proposta avrebbe avuto un impatto diretto sulla percezione estetica del fabbricato e dell’area circostante, in un contesto di massima tutela paesaggistica.
Una sentenza destinata a fare scuola
La decisione del Tar, depositata l’11 agosto 2025, conferma la linea di tutela rigorosa per gli immobili del centro storico romano, anche a fronte delle esigenze di transizione energetica. La sentenza respinge il ricorso della società alberghiera e compensa le spese di giudizio tra le parti.
Il caso evidenzia come il bilanciamento tra innovazione tecnologica e salvaguardia del patrimonio culturale resti una delle sfide più complesse per le città d’arte italiane.