Roma, stretta contro la sosta selvaggia: l’AI e Cerbero non perdonano: 460mila multe in 5 mesi

Roma, stretta contro la sosta selvaggia: l’AI e Cerbero non perdonano: 460mila multe in 5 mesi. Nel cuore di Roma è iniziata una vera e propria offensiva contro la sosta selvaggia. Nei primi cinque mesi del 2025 — da gennaio a maggio — la polizia locale ha emesso oltre 460mila multe per violazioni al codice della strada, con un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2024. A trainare questo aumento è stato il contrasto alla sosta irregolare: ben 400mila infrazioni riguardano auto parcheggiate in modo selvaggio.
Aumentano i controlli, aumentano anche gli strumenti tecnologici impiegati. Tra questi spicca Cerbero, il sistema intelligente basato sull’intelligenza artificiale, capace di individuare automaticamente le targhe delle auto in sosta vietata.

Cerbero e i nuovi vigili: la doppia spinta ai controlli
La stretta sulla sosta irregolare è il frutto di una doppia manovra: da una parte, l’aumento del personale operativo in strada, con i nuovi vigili urbani che presidiano le aree più critiche; dall’altra, l’entrata a pieno regime del sistema Cerbero, una telecamera dotata di AI che rileva automaticamente le violazioni. Un occhio elettronico sempre acceso, capace di fare migliaia di controlli al giorno senza margini di errore.
Nel periodo gennaio-maggio 2025, sono stati effettuati oltre 1 milione e 600mila controlli. Il messaggio lanciato dall’amministrazione è chiaro: Roma non tollera più chi blocca strisce pedonali, scivoli per disabili, corsie preferenziali o parcheggia in doppia fila.
I quartieri più colpiti: centro storico e Parioli
Il fenomeno colpisce tutta la città, ma è nei quartieri centrali che si concentrano le infrazioni. In testa alla classifica delle multe c’è il Municipio I, con oltre 62mila violazioni accertate dal I Gruppo Centro. Seguono il Municipio II con il Gruppo Parioli (circa 44mila multe) e poi i gruppi di Prati, Appio e Aurelio, ciascuno con una forchetta tra le 20mila e le 26mila sanzioni.
I numeri parlano chiaro: rispetto al 2024, quando nello stesso periodo erano state registrate 38mila violazioni nel centro storico e 16mila a Prati, oggi si è passati a 62mila e oltre 24mila, rispettivamente. Un balzo del 60% in alcune aree.
Una città ostaggio delle doppie file
Il dato più allarmante riguarda l’aumento delle soste selvagge, soprattutto in doppia fila. A Roma, le frecce d’emergenza sono diventate un lasciapassare per occupare la carreggiata, anche per lunghi periodi. Il fenomeno è così diffuso che i cittadini, esasperati, si stanno organizzando autonomamente. In via di San Giovanni in Laterano, ad esempio, i residenti hanno piazzato una lavagna con un avviso fai-da-te per evitare che le auto ostruiscano il passaggio agli autobus.
Una soluzione simbolica che racconta l’impotenza di chi vive il traffico ogni giorno: i bus bloccati, i clacson che suonano, i passeggeri costretti a scendere. Scene che si ripetono quotidianamente in molte zone della Capitale.
Sanzioni anche da remoto: altri 400mila verbali
Oltre ai controlli effettuati direttamente dagli agenti, Roma si affida sempre di più ai sistemi da remoto. Le telecamere dei varchi Ztl, quelle sulle corsie preferenziali e agli incroci semaforici rappresentano una seconda linea di vigilanza costante. In soli cinque mesi, anche da qui è partito un pacchetto di verbali che sfiora quota 400mila.
Nel complesso, tra multe sul campo e da remoto, Roma ha prodotto quasi 900mila sanzioni da inizio anno. Eppure, la battaglia è tutt’altro che finita: il 37% di incremento medio in tutti i municipi conferma che la sosta irregolare non è un vizio confinato al centro, ma una piaga diffusa e trasversale.
Una piaga quotidiana e senza quartiere
Basta scorrere i gruppi social dei quartieri romani per rendersene conto. Le segnalazioni sono quotidiane: auto sulle strisce, furgoni sui marciapiedi, incroci bloccati. L’illegalità della sosta è diventata la normalità, sotto gli occhi di tutti. Ma con Cerbero e i nuovi controlli, qualcosa sta cambiando.
Resta da capire se i romani riusciranno ad abbandonare l’abitudine del “torno subito” e se la repressione riuscirà a trasformarsi in un cambiamento culturale. Per ora, i numeri raccontano di una città che sanziona più che mai, ma che resta ancora ostaggio delle cattive abitudini.
