Roma, stupro in viale Jonio: “Con Gualtieri la notte la Capitale è terra di nessuno, servono politiche dedicate”
Roma, non è solo una questione di “ordine pubblico”: quando una città diventa impraticabile dopo il tramonto, il problema diventa anche politico e di salute collettiva. L’ennesimo episodio di violenza sessuale nella zona di viale Jonio riapre una ferita anche politica che non riguarda soltanto la cronaca nera, ma la tenuta stessa della vita urbana che, quindi, investe le responsabilità del primo cittadino, Roberto Gualtieri.
Il principio di precauzione, tradotto in politica
A sollevare il caso, Fratelli d’Italia, che alza il tiro e sceglie una parola che pesa: precauzione. Non aspettare l’ennesima tragedia per reagire, non limitarsi a promettere dopo i titoli dei giornali. È questo il senso politico del principio di precauzione applicato alla città: prevenire prima che il rischio diventi irreparabile. Nella loro nota, Fabio Sabbatani Schiuma (responsabile del dipartimento “La Città della Notte”), con Marco Bentivoglio e Fabrizio Santinelli, parla di fallimento della giunta Gualtieri sulla sicurezza notturna.

Paura, stress, vulnerabilità: quando la notte ammala
Chi vive Roma la notte conosce il peso invisibile dell’insicurezza: cambiare strada, accelerare il passo, rinunciare a uscire, evitare mezzi e fermate, chiedersi se si tornerà a casa senza problemi. La violenza, anche quando “non ti colpisce”, si deposita nella vita della comunità come ansia diffusa. È una pressione psicologica costante che rende la città meno libera e più fragile. E quando la fragilità diventa normalità, la politica non può cavarsela con una foto o un annuncio.
Un quinto dei romani al lavoro: la tutela non può spegnersi
C’è poi un dato sociale che diventa un’accusa: secondo FdI, durante la notte lavora un quinto dei romani. Persone che non scelgono il buio per svago, ma per necessità: turnisti, sanitari, addetti ai servizi, lavoratori della logistica, della sicurezza privata, dell’accoglienza. Se i trasporti si diradano, i quartieri si spengono e i servizi evaporano, la notte diventa una trappola. Il principio di precauzione, qui, significa una cosa semplice: proteggere chi è esposto, prima che paghi il prezzo più alto.
“Basta passerelle”: prevenzione è servizi, non slogan
Nella nota, l’affondo è netto: “È ora di smetterla con annunci e passerelle”. Il messaggio politico è che la prevenzione non è un concetto astratto, ma una scelta di priorità. Più presidio e attenzione nei nodi sensibili, più trasporti e collegamenti per non lasciare persone ferme e sole, più presenza istituzionale reale nei territori, più accessibilità ai servizi anche dopo una certa ora. Non serve un linguaggio tecnico per capirlo: se una città si spegne, aumenta il rischio. E quando aumenta il rischio, la salute pubblica arretra.
Lo scontro con il Campidoglio: interesse pubblico e responsabilità
La questione, ormai, non è solo “chi ha ragione” nello scontro tra opposizione e Campidoglio, ma cosa si decide di considerare urgente. FdI chiede politiche “serie, dedicate e immediate” per restituire vivibilità notturna a Roma. Tradotto: trattare la notte come un pezzo di città dove valgono gli stessi diritti del giorno—sicurezza, mobilità, tutela. Il principio di precauzione, evocato in chiave politica, diventa così una domanda di responsabilità: quante volte ancora dovrà suonare l’allarme, prima che la salute e la libertà di muoversi tornino ad essere una priorità vera?