Roma sul binario morto: -50 milioni alla Linea C della metro nella Manovra 2026

Metro C Roma

Metropolitane di Roma, la Linea C perde colpi. O meglio, perde 50 milioni di euro. Nel testo della Manovra 2026, emerge infatti un vero e proprio definanziamento della Linea C della metro di Roma. E le risorse previste per il 2026 vengono dimezzate, passando dai 100 milioni previsti a 50 milioni. una vera e propria “mazzata”, ma quali saranno le ripecussioni pratiche sui lavori e quindi sui tempi di realizzazione delle fermate mancanti?

La linea C e gli anni persi

La metro linea C, a Roma, è da anni un simbolo di attesa infinita. Collegare aree come il Nord-Ovest al Sud-Est, servire zone periferiche storicamente tagliate fuori, è stata per lungo tempo promessa elettorale, impegno tecnico, speranza urbana. E oggi, con il definanziamento, diventa un caso politico. L’assessore alla Mobilità del Campidoglio, Eugenio Patanè, parla esplicitamente di un “colpo per la Capitale”. E il vicepremier Antonio Tajani chiede al suo collega di governo, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, di “occuparsi anche di Roma”, perché le infrastrutture servono, dice, “alla comunità e non sono soldi buttati”. Insomma, la maggioranza appare divisa, mentre Roma fa come il nuovo quartiere, quello della nuova suddivisione annunciata pochi giorni fa. “Pian Saccoccia”. Forse qualcuno al Governo non capirà, perché viene da altre parti d’Italia, ma i romani sì. Anche perché ci sono abituati.

Sarà capace qualcuno, dal Campidoglio, sindaco Roberto Gualtieri in testa, a fare la voce grossa? E a far capire che un taglio del genere mette in ginocchio la mobilità già devastata della città? Oppure il Primo Cittadino, già in campagna elettorale per le prossime elezioni, scaricherà sul Governo le colpe, approfittando anzi di questo definanziamento per tirare acqua al suo mulino?

Roma paralizzata dal traffico

Roma è una metropoli dove la mobilità pubblica è al collasso, dove servirebbe non solo completare la linea C, ma rilanciare l’intero sistema. Più metro, più collegamenti tra periferie e centro, una rete che dia davvero alternative all’auto. E invece cosa accade? Si tagliano i fondi, si bloccano i cantieri, si indebolisce la speranza che lasciare la macchina diventi una scelta possibile. Perché togliere i parcheggi e non dare alternative non è la soluzione ai problemi: non tutti possono usare le biciclette. Senza contare che anche i fondi per la mobilità sostenibile e le ciclovie sono stati ridotti: -13 milioni al Fondo per la mobilità sostenibile e -2 milioni al Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane.

Ma cosa significano questi tagli per il cittadino che ogni giorno lotta nel traffico di Roma ? Significa che i cantieri rischiano di fermarsi, che materiali, treni e convenzioni potrebbero rimanere bloccati, che i quartieri periferici continueranno a essere male collegati e che l’auto resta l’unica scelta pratica. Un controsenso in una città che vorrebbe davvero ridurre smog e congestione. E poi: togliere i parcheggi, puntare sulle bici, favorire la mobilità alternativa. Tutto bene, ma se non ci sono bus efficienti, metro funzionanti e collegamenti capillari, l’alternativa all’auto diventa un miraggio. E adesso Roma rischia di perdere il treno (metaforicamente e letteralmente) nel momento in cui avrebbe bisogno di venire spinta avanti.