Roma, sul sito del Comune scompare la sezione ‘Abbattimento Alberi’: la denuncia dei cittadini travolge il Campidoglio

Sullo sfondo, il post dei cittadini di Roma, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessore Alfonsi

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Roma, Capitale d’Italia e luogo in cui è nato il Diritto circa 2700 anni fa: da una settimana, chi prova a consultare l’albo pretorio del Comune per verificare gli abbattimenti di alberi non trova più nulla. Nella sezione “Dipartimento Tutela Ambientale” — quella dedicata alle autorizzazioni per l’abbattimento di alberi e piante — il menù a tendina è letteralmente sparito. Un dettaglio solo apparentemente tecnico, ma che ha scatenato un’ondata di indignazione sui social e nelle chat dei comitati cittadini che si occupano del tema abbattimenti. La segnalazione è arrivata sui social, dalla signora A. S.,sul gruppo Facebook “SOS Patrimonio Storico di Roma”, e lancia l’allarme.

Roma, dal sito scompare la sezione ‘Abbattimento Alberi’

“È una settimana – scrive la signora – che dall’albo pretorio del Comune di Roma, cercando nella sezione DIPARTIMENTO TUTELA AMBIENTALE, dal menù a tendina è sparita la selezione ” autorizzazione abbattimento essenze arboree“. Vi prego – aggiunge – aiutatemi a segnalarlo ovunque in modo che qualcuno possa fare qualcosa. Mi risulta che secondo il regolamento del verde pubblico di Roma gli abbattimenti degli alberi devono essere pubblicati 10 giorni prima o sbaglio?”.

La signora ha ragione: i cittadini hanno il diritto di sapere e con anticipo quanti alberi verranno abbattutti e le relative motivazioni. Il Regolamento Capitolino del Verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma (art. 32), difatti, prevede che gli interventi programmati (quali abbattimenti e potature) debbano essere comunicati alla cittadinanza almeno 10 giorni prima della data prevista. Mediante: segnalazione cartellonistica nelle strade interessate dai lavori e pubblicazione dell’avviso. E relativa pubblicazione dei documenti sui siti istituzionali del Dipartimento Tutela Ambientale e del Municipio interessato (proprio il menu a tendina sparito!).

Roma, il post con la denuncia social della cittadina
Roma, il post con la denuncia social della cittadina – www.7colli.it

Roma, l’opacità del Comune si intreccia con l’inchiesta della Procura sul “verde fantasma”

La scomparsa della sezione online non arriva in un momento qualsiasi. Da mesi la Procura di Roma sta indagando sul numero reale degli alberi abbattuti nelle ville storiche e nei parchi pubblici della Capitale negli ultimi quattro anni. L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal pm Mario Dovinola, mira a capire perché da quattro anni non vengano pubblicati dati ufficiali e se dietro ai tagli si nascondano irregolarità amministrative o ambientali o eventuali interessi

Villa Ada, Villa Pamphili, Villa Glori, Villa Borghese: i polmoni verdi di Roma sono finiti sotto la lente degli inquirenti. Secondo alcune stime, solo a Villa Ada sarebbero scomparsi oltre ottomila alberi dal 2021. Un dato che, se confermato, aprirebbe scenari inquietanti sulla gestione del patrimonio arboreo capitolino.

Il problema non è soltanto ambientale. È anche politico, amministrativo, ambientale e economico. Perché, come denunciano i comitati, senza trasparenza non esiste controllo democratico. E oggi, anche il semplice cittadino che vuole verificare un atto ufficiale sul verde urbano, si trova di fronte a un vuoto digitale. A un buco nero nella trasparenza.

Dal Campidoglio il silenzio resta: trasparenza “a singhiozzo” a Roma

Già a settembre, quando erano iniziati i lavori di abbattimento in via Giacomo Medici, il Campidoglio era stato da noi accusato di “opacità istituzionale”. Le determine capitolione parlavano genericamente di “abbattimento di essenze arboree”, senza specificare il numero degli alberi, le motivazioni, né l’eventuale piano di sostituzione, come da noi ricostruito in un precedente articolo.

Numeri e verità: 13 mila alberi tagliati a Roma, ma resta il dubbio sulle sostituzioni

Solo poche settimane fa, durante una Commissione Ambiente capitolina, la Giunta Gualtieri aveva finalmente “confessato” il numero ufficiale: 13.000 alberi abbattuti dal 2021 a oggi. Un dato che, pur essendo enorme, non ha dissipato i dubbi. Perché quei numeri non erano mai stati pubblicati prima? E quanti di quegli alberi sono stati effettivamente sostituiti, come impone il Regolamento del Verde? Il risultato è che Roma rischia di perdere, anno dopo anno, la sua identità verde. E con essa, anche la capacità di respirare.

Quando la burocrazia oscura Roma: la denuncia dei cittadini

La scomparsa della sezione online sugli abbattimenti è il simbolo di un malessere più profondo di Roma e dei romani: la distanza crescente tra cittadini e amministrazione Gualtieri. “Non chiediamo miracoli, chiediamo solo trasparenza” scrivono i comitati. Perché conoscere in anticipo dove, quando e perché si taglia un albero non è un capriccio ambientalista, ma un diritto di ogni cittadino che vive nella Capitale.

Gli alberi di Roma non sono solo decorazioni urbane: sono barriere contro lo smog, scudi contro il caldo, custodi di memoria storica. Tagliarli senza spiegazioni, o peggio, nascondere gli atti che lo autorizzano, significa intaccare la fiducia pubblica. Il mistero della sezione scomparsa, quindi, non è un dettaglio informatico: è il segnale di un sistema amministrativo che fatica a garantire trasparenza.

La città chiede chiarezza: “Ridateci la voce del verde”

In attesa di chiarimenti ufficiali, cresce la mobilitazione. I comitati chiedono che la sezione venga ripristinata immediatamente e che ogni autorizzazione di abbattimento sia pubblicata con anticipo e motivazioni chiare. La Capitale non può permettersi altri “buchi neri” nella gestione del suo patrimonio naturale.

Roma è una città che vive d’ombra e di luce, di pini e di storia: ogni albero che cade senza motivo è una perdita che pesa su tutti. E mentre la Procura indaga sui numeri nascosti, i cittadini continuano a fare ciò che dovrebbero fare le istituzioni: vigilare. Perché il verde di Roma, oggi più che mai, ha bisogno di occhi aperti e di voci che non si spengano. ovviamente, il rischio è che la denuncia social si trasformi nell’ennesima inchiesta penale.